Segno: L’immagine di un sacerdote, Vescovo o del Papa e quella di Gesù Buon Pastore, alcuni libri e un bastone.

Canto:Il Cuore di San Vincenzo de Paoli

Ispirazione Biblica: Gv 10, 11-15

Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. Parola del Signore.

Ascoltiamo San Vincenzo de Paoli:

O Signore, dacci lo spirito del tuo sacerdozio che avevano gli apostoli e i primi sacerdoti loro successori; dacci l’autentico spirito di quel sacro carattere che hai infuso in quei poveri pescatori e artigiani; individui rozzi di quel tempo, ai quali, per tua grazia, hai comunicato questo grande e divino spirito, perché, Signore, anche noi siamo gente meschina, poveri operai e contadini. E qual proporzione ci può essere tra noi miserabili e un ufficio tanto santo, tanto eminente e celeste? Fratelli miei, quanto dobbiamo pregare Dio a tale scopo, e fare qualunque sforzo per questo bisogno impellente della Chiesa, la quale in molti luoghi va in perdizione per la cattiva condotta dei sacerdoti. Sono essi che la deturpano e la rovinano. (X it. 251)

Riflessione:

Quando san Vincenzo scrive le Regole Comuni per la Congregazione della Missione, nel capitolo 1 presenta il fine che si propone la Congregazione dicendo: “…il fine della Congregazione della Missione consiste: 1° di lavorare alla propria perfezione, facendo quanto è possibile per praticare le virtù che il divin Maestro si è degnato di insegnarci con la parola e con l’esempio; 2° predicare il Vangelo ai poveri, particolarmente a quelli della campagna; 3° aiutare gli ecclesiastici ad acquistare le scienze e le virtù necessarie al loro stato.

La meta che propone ai suoi missionari, è la stessa cui invitava i sacerdoti diocesani, le Figlie della Carità e il laicato vincenziano. Non siamo una ONG, nè una società senza scopo di lucro che lavoro per i poveri. Siamo missionari, suore e laici che si guadagnano la vita per stabilire il Regno di Cristo nel cuore e nella vita dei poveri, ma rendendo “effettivo il Vangelo” con la propria testimonianza. Secondo l’espressione di San Vincenzo che riporta Monsignor Abelly, in modo che “sebbene non diciamo alcuna parola attireremo le anime con la nostra sola presenza”. E quale miglior avviso per me e per te, quando ci dice: “Fai attenzione, non annullare con il tuo comportamento quello che hai costruito con la tua predica”. Grazia dobbiamo chiedere in questa novena al nostro Santo Padre, quando la Chiesa è ferita e sanguina per gli scandali dei suoi ministri e delle anime consacrate! “Signore, dona alla tua Chiesa buoni operai…non importa che siano pochi; ma che siano buoni” S.V.P.

Domande:

  • In che modo posso essere coerente tra ciò che penso e faccio?
  • Come posso aiutare i sacerdoti, fratelli e laici a vivere in sintonia con la vocazione?
  • Eseguo la chiamata del Papa Francisco di pregare per lui e per tutti i sacerdoti?