In data odierna, presso la casa Madre della Congregazione a Parigi, alle ore 09:15 ha avuto inizio la sessione di formazione proposta dal CIF dedicata al pastorale vocazionale dal titolo: “Verso una nuova cultura vocazionale”. È una delle sessioni più partecipate di questi ultimi anni. Il numero così elevato di confratelli provenienti da tutto il mondo, circa 70, testimonia l’interesse e l’importanza di questo tema. Ad aprire i lavori è stato padre Andrés Motto il quale ha spiegato in modo sintetico la storia del CIF e la sua identità istituzionale. Ha esortato tutti i presenti a vivere un clima di fraternità e condivisione in quanto le nostre esperienze, così diverse grazie all’internazionalità della CM, costituiscono una ricchezza reciproca sia nella soluzione dei problemi che nella maturazione di nuove idee. Dopo una pausa caffè, ha illustrato il programma, gli orari e ha dato alcune raccomandazioni generali. Alle 12:00 i partecipanti si sono ritrovati nel grande refettorio della casa per incontrare i confratelli della comunità della Casa Madre. Il Superiore, P. Roberto Gomez, insieme ai confratelli di casa, ha dato il benvenuto a tutti i partecipanti del CIF mostrando la sua calorosa accoglienza con un aperitivo. Alle 12: 30 segue il pranzo.
Verso le ore 15: 30 riprendono i lavori pomeridiani. Il P. Generale presiede questa seconda parte della giornata. Nella sua conferenza sottolinea inizialmente la sua gioia nel condividere con la CM questi momenti di formazione. Esorta i confratelli a vivere quest’ esperienza come un momento di grazia di vita comunitaria e di condivisione. La Congregazione è chiamata a sognare un futuro pieno di speranza in vista della missione che il Padre ha affidato al Figlio e questi a San Vincenzo e a noi tutti oggi: diffondere il suo Regno tra i poveri. Richiama la figura centrale di Cristo nella pastorale vocazionale: è “Cristo che chiama in ogni angolo del mondo” e questo deve trasformarsi in profezia nella nostra vita a prescindere se in un paese esistono molte o poche vocazioni. L’importanza di promuovere una cultura vocazionale si racchiude proprio in questa responsabilità della diffusione del suo Regno che oggi è a noi affidata. Pertanto esorta i confratelli a fare della pastorale vocazionale una priorità nella propria provincia, Vice-provincia, regione, missione. È bene che in ognuna delle nostre circoscrizioni giuridiche ci sia almeno un confratello che, libero da tutti i ministeri, si dedichi solo a questo servizio. Non bisogna pertanto temere di lasciare dei ministeri a favore della pastorale vocazionale, perché sarà proprio grazie alle nuove vocazioni che si darà impulso e rinascita a questi ministeri stessi. Il Padre ricorda come da poco si è svolto a Roma il festival sulla globalizzazione della Carità dal titolo: “Una carità che chiama”. Per noi figli di San Vincenzo è la Carità che attira, chiama i giovani a realizzare la loro vita in un progetto di donazione di se stessi a Dio e ai poveri. Al termine della conferenza il Generale incoraggia tutti i partecipanti ad avere uno sguardo ottimista sul lavoro come operatori della pastorale vocazionale, a non perder fiducia e coraggio se i frutti non sono sempre all’altezza delle fatiche. Gesù non ci abbandona nel nostro lavoro e non farà mancare operai per la missione. Ha offerto 4 domande per la riflessione personale relative a come viviamo la profezia del nostro carisma; ai giovani: che spazio essi trovano nelle nostre comunità; all’impegno che si vive nel creare una nuova cultura vocazionale; infine: a cosa mi chiama il Signore? A fare cosa?
Dopo una pausa caffè, i partecipanti si sono ritrovati in sala per imbastire una conversazione libera e spontanea con il Padre Generale, ponendo domande, dubbi osservazioni sul tema da lui esposto. In modo particolare sono emersi due riflessioni fondamentali. Innanzitutto se sia opportuno o meno accettare candidati da altre congregazioni e seminari; in secondo luogo si è sottolineato l’importanza della testimonianza personale e della modalità con cui si vive la profezia del carisma nella propria vita: questa sarebbe la prima e più importante pastorale vocazionale. Circa il primo punto, il generale non ha voluto dare soluzioni imposte dall’alto, ma ha aperto il dibattito libero in aula tra i confratelli e al termine ha raccolto due elementi di sintesi: non è possibile dare una regola di applicazione generale; è necessario discernere caso per caso, conoscendo bene la storia del giovane e discernendo le sue motivazioni profonde di scelta. Al termine invita tutti i presenti ad avere delle strategie nuove, come per esempio invitare i giovani a condividere la nostra vita di comunità, di preghiera, apostolica, di fraternità.
La giornata si conclude con la celebrazione eucaristica votiva di San Vincenzo, presieduta dallo stesso Generale. Nell’omelia ha messo in evidenza la figura di San Vincenzo come Mistico della carità, una mistica fondata sui 4 pilastri della spiritualità vincenziana che oggi siamo chiamati noi suoi figli spirituali a viverli non solo personalmente nella nostra vita, ma a condividerli con i giovani. La giornata si conclude alle 20:00 con la cena.
P. Luigi Cannato, CM
Provincia d’Italia