È impossibile parlare di cultura vocazionale oggi nei nostri ambienti a prescindere dal confronto con la cultura digitale che impera in ogni parte del mondo. Questa seconda giornata del corso, iniziata con le lodi e la meditazione per gruppi linguistici, ha visto come protagonista Suor Térèse Read, SC di Santa Giovanna Antida. La suora ha illustrato la tematica: “Internet, la fede quando si espone alle nuove tecnologie: opportunità, sfide e pericoli”. In modo dinamico e coinvolgente, la relatrice ha cercato di dipingere un quadro quanto più obiettivo dell’identità culturale in cui siamo immersi noi e soprattutto quei giovani destinatari della nostra pastorale giovanile.
Internet non ha segnato solo una vera e propria rivoluzione comunicativa, in quanto non si riduce ad un semplice strumento di scambio di informazioni. La nuova era digitale sta modellando una nuova identità antropologica soprattutto nei cosiddetti nativi digitali. Sta creando una nuova cultura che tocca tutte le dimensioni dell’umano: dall’aspetto sociale e politico a quello psicologico e relazionale. I giovani di oggi sembrano non più distinguere il mondo digitale da quello reale. I confini si confondono. D’altro canto il mondo di internet non fa altro che riflettere l’identità stessa della società, quella società definita “liquida” (Baumann), “Trasparente” (Vattimo); “massificante” (Hanna Arendt), con il solo fenomeno di ampliarne gli effetti.
Dopo una pausa caffè, la suora ha coinvolto in modo spontaneo i partecipanti del corso ad offrire le loro suggestioni, domande, dubbi, esperienze sul tema. Tanti sono stati gli interventi dei confratelli. La suora relatrice ha voluto metterne in evidenza i seguenti aspetti: il mondo digitale non può lasciare la Chiesa e noi indifferenti. Siamo chiamati a farcene carico ai fini dell’evangelizzazione e della pastorale vocazionale. Quindi: quali le sfide e l’impegno della Chiesa in questo campo? Per questo ha suggerito alla nostra riflessione il testo dell’ultimo sinodo che si è tenuto ad ottobre (Giovani, discernimento e vocazioni), in modo particolare i numeri 21-24 per piccoli gruppi linguistici. La seconda suggestione importante è stata la riflessione su uno dei pericoli di internet: le fake news di cui Papa Francesco ha trattato nell’ultimo messaggio della giornata delle comunicazioni. È stato un momento toccante quando un confratello ha raccontato la sua triste esperienza di essere stato vittima di questa tecnica disonesta. Questa sessione ha avuto termine con il pranzo.
La seconda sessione della giornata si è aprerta con la condivisione di quanto maturato nella riflessione dei piccoli gruppi. Un aspetto particolare che è emerso, è che nel documento del Sinodo sembra mancare l’accenno all’aspetto pedagogico di formazione ed educazione all’uso dei mezzi di comunicazione. Inoltre si sarebbe potuto più evidenziare l’aspetto della dipendenza da questi mezzi. Suor Térèse ha concluso il suo intervento dando delle piccole indicazioni pedagogiche da vivere con i giovani: stare con loro trovando la modalità migliore del nostro esserci, accoglienza, ascolto.
A seguire, si è tenuta una seconda conferenza dal titolo: “Statistiche e realtà della pastorale vocazionale nella CM” da parte di P. Rolando Gutierrez. Per motivi di salute il padre non è stato presente, per cui la conferenza è stata video registrata e mandata in visione. Gutierrez ha esposto in sintesi i “numeri” statistici che compongono la realtà della CM (incorporati, ammessi, …). Si nota come la CM negli ultimi 17 anni è calata del 8,8% in generale. La situazione è diversificata a seconda dei continenti. Se l’Europa vede un calo accelerato, l’Asia, al contrario, vede una crescita a livelli esponenziali. La conferenza, però, non ha avuto come obiettivo un freddo elenco di dati statistici. I numeri, interpretati, ci dicono che la Piccola Compagnia va sempre più spostandosi nell’emisfero Sud del mondo. Questo ci lancia una duplice sfida:
a) nei luoghi dove la CM diminuisce o rimane stabile, come offrire un buon servizio di pastorale vocazionale? Come vivere quindi il nostro carisma in modo profetico tale da renderlo desiderabile per i giovani di oggi?
b) quali processi iniziare nei luoghi ricchi di vocazioni per una selezione e purificazione delle motivazioni vocazionali?
Un’ulteriore riflessione che le statistiche suggeriscono riguarda il senso del voto di stabilità. Infatti il calo del numero nella CM è dovuto non tanto alla scarsità delle nuove vocazioni (per il cui numero 1164 non ci si può lamentare), quanto a quelli che abbandonano la vocazione vincenziana per diversi motivi, e sono tanti! Gutierrez distingue tre tipi di questi confratelli: coloro che sono presenti, ma è come se vivessero da assenti; gli assenti e, infine, gli usciti. Da quanto emerge, il relatore mette l’accento sulla qualità della formazione, secondo il modello integrale che deve iniziare a partire proprio dalla pastorale vocazionale, per poi continuare in quella iniziale e permanente. Egli ha auspicato la “vocazionalizzazione” della pastorale in tutta la Congregazione e della stessa Congregazione. Forse è arrivato il momento di pensare a coltivare questa pastorale non solo ad extra ma anche ad intra nella stessa CM per aiutare i confratelli a vivere meglio e con fedeltà il voto di stabilità. LA giornata si è conclusa con la celebrazione dell’Eucarestia nella Chiesa di San Vincenzo e con la cena.
P. Luigi Cannato CM
(Missionari Vincenziani Italia – Regione di Albania)