Perché si crei cultura vocazionale è necessario che essa si diffonda. Girolamo Grammatico, un laico italiano, ha sottolineato questa mattina come internet sia fondamentale a questo scopo. È necessario che si crei una mentalità nuova –perché la rete crea una mentalità- sulla comunicazione che non può più prescindere dalla tecnologia. Il nostro obiettivo nell’uso di internet, relativo alla cultura vocazionale e alla pastorale vocazionale, non può ridursi alla “ricerca miracolosa” di vocazioni, ma piuttosto a comunicare al meglio il senso della nostra vocazione e della nostra spiritualità missionaria. Per questo è importante internet. Il relatore nella prima mattinata ha presentato una breve storia del WEB. Prima di comunicare un nostro messaggio sulla rete dobbiamo tener conto dei destinatari a cui il messaggio è diretto: conosciamo il pubblico con cui vogliamo condividere la nostra identità e missione? Fondamentali sono i social network con cui comunichiamo. Ciascuno di questi canali si rivolge ad un pubblico proprio. Per esempio: FB ormai non è più in voga per un pubblico giovane fino ai 25/30 anni, che va emigrando su Instagram. Il relatore ha spiegato uno ad uno i social più in vigore oggi.
Dopo questo primo momento, padre Jorge Rodriguez prende la parola. Il fine della sua esposizione è spiegare il senso della creazione presso la Curia Generalizia di un ufficio di comunicazione digitale. Siamo una comunità mondiale, inserita in una cultura globalizzata, con culture e valori differenti. L’ufficio aiuta a creare un legame tra tutti i confratelli. Inoltre, sia il Papa che il Padre Generale esortano ad usare questi mezzi di comunicazione che ci aiutano alla prossimità e a rendere vicina all’altro la misericordia. Un sito fondamentale dell’ufficio è www.cmglobal.org, soprattutto per gli animatori vocazionali. In esso sono espresse le nostre convinzioni (teologia vocazionale vincenziana, obiettivi e finalità della CM; la nostra vocazione di sacerdoti e fratelli laici); la nostra sensibilità (carisma e spiritualità; il senso dei poveri; discernimento spirituale-libertà-progetto di Dio); prassi (missione, ministeri, servizio al clero). Ciò che l’ufficio delle comunicazioni chiede ai presenti è che si attivino nell’inviare articoli, foto, materiale e che siano disponibili per le traduzioni.
Nel pomeriggio, prima di riprendere i lavori, è stato diffuso in aula il documento di fine sessione (preparato nei giorni precedenti da una apposita commissione), per una lettura personale da parte di tutti i confratelli chiamati ad apportare eventuali modifiche e per approvarlo in assemblea plenaria domani. Dopo circa una mezzora, Girolamo Grammatico ci presenta uno strumento prezioso, il CANVA, utile a “come comunicare una storia, un racconto di un carisma, dei valori o della propria esperienza personale” che vada direttamente al cuore, alla sfera emozionale e sentimentale dell’uditore o lettore. Infatti, secondo il relatore, un evento (si pensi alla narrazione storica della nascita del nostro carisma, alla comunicazione dei nostri valori) può essere raccontato come una serie successiva di fatti cronologici finalizzata a “colpire la sola corteccia celebrale di una persona o come una modalità capace di affascinare chi ascolta muovendo il sistema limbico emotivo umano”. Il CANVA è appunto un percorso mentale, un modo di approcciarsi alla comunicazione, composta da 13 elementi (uditorio, autore, motivazione, emozione, metafora, etc) sulla cui analisi è possibile dire all’altro ciò in cui si crede. Questa modalità è possibile applicarla in tutti gli ambiti della comunicazione (Web, riviste, televisioni, radio, incontri, etc), creando una forma mentis affinché essa sia ecologica ed efficace.
P. Luigi Cannato (Missionari Vincenziani Italia – Regione Albania)