Il Visitatore di una Provincia nella Congregazione della Missione oggi, ha bisogno una grande qualità di leadership per svolgere la missione che gli è stata affidata. Secondo la Guida Pratica del visitatore questi “deve essere un leader, animatore e servo dei suoi fratelli, il che costringe il Visitatore a coltivare qualità umane di singolare valore…”
Per questo motivo, il terzo giorno dell’incontro è stato dedicato, al tema della “Leadership e Autorità nella Chiesa e nella Congregazione della Missione”.
Per la prima parte della mattinata è stata invitata la Figlia della Carità, suor Antonella Ponte, specializzata in Sacra Scrittura , che ha proposto la sua riflessione sulla Leadership da un prospettiva teologico-biblica. Sulla base di una definizione di leadership, collocandola nel contesto della vita consacrata, ha affermato che il Visitatore è chiamato a vivere la sua leadership come una mediazione per l’aggiornamento del carisma. Dal punto di vista biblico, Suor Antonella ha proposto alcuni modelli biblici: Gesù Cristo come modello di leadership e servizio; il modello Petrino che nasce dal riconoscimento dello sguardo misericordioso di Gesù e infine il modello paolino, affermando che ” quella di Paolo è una leadership pasquale e da questa prospettiva affronta le difficoltà del suo ruolo, non come problemi da risolvere o difficoltà da sopportare eroicamente, ma come partecipazione al Mistero Pasquale di Cristo”.
Successivamente, Padre Mathew Kallamakal, assistente generale CM, ha affrontato la questione del servizio di autorità nella Chiesa e nella Congregazione della Missione ricordando quattro punti evidenziati dalla Guida pratica del Visitatore.
– Il principio di sussidiarietà, che tiene conto della dignità di ogni fratello e delle sue iniziative personali, così come cerca di coinvolgere le persone che serve.
– Creatività e rinnovamento permanente secondo lo spirito della Congregazione e i segni dei tempi, partendo dalla valutazione delle opere e dal discernimento per l’apertura di nuove opere.
– La promozione della corresponsabilità, che tiene conto della delega di decisioni e la necessità di evitare la “microgestione”.
In aggiunta a questo, ha sottolineato l’apertura all’ascolto e al dialogo con i membri della Provincia, che aiuterà il visitatore ad avere nuove idee per la gestione e per l’apertura di nuovi percorsi di evangelizzazione e di servizio ai poveri. Padre Mathew, per contestualizzare il suo intervento, ha offerto alcune raccomandazioni ai visitatori che potrebbero aiutare a migliorare l’atteggiamento di ascolto dei fratelli.
Nel pomeriggio l’intervento è stato condotto da Padre Giuseppe Guerra, CM, Procuratore Generale , sui diritti, gli obblighi e i poteri del visitatore e sugli aspetti legali. Nel suo discorso ha ricordato le regole del Diritto Canonico e le Costituzioni della Congregazione, dedicando tempo sufficiente alle preoccupazioni, procedure e casi particolari basati sulle esperienze dei Visitatori nelle loro province.
Nonostante l’intensità del lavoro, nel quarto giorno si è creata un’atmosfera appropriata di riflessione che ha permesso di affrontare in profondità due argomenti di grande attualità come i casi e i procedimenti da seguire con i fratelli in difficoltà e la protezione di persone vulnerabili nella Chiesa.
Il primo argomento è stato affrontato dal Segretario generale P. Giuseppe Turati, CM, che sulla base di chiarimenti concettuali, ha spiegato le norme canoniche che i visitatori e i loro consigli devono conoscere e applicare con i casi presentati. E’ stato Presente anche il P. Giuseppe Guerra CM, che ha offerto alcuni chiarimenti supplementari sulla questione, con casi particolari dei Missionari. Poi si è aperto uno spazio per il dialogo e le domande. Alla fine di questa discussione, è stata ricordata la necessità di adottare un approccio pastorale con tutti i mezzi a disposizione, per aiutare i fratelli.
Padre Stefano Bittani, sacerdote gesuita e segretario esecutivo per la Protezione dei minori a Roma, è stato incaricato di approfondire la questione. Con una profonda riflessione su questo flagello che rattrista l’umanità e la Chiesa, ha ricordato la responsabilità di tutta la società e in particolare dei membri della Chiesa per combattere i problemi di questi abusi e prendere coscienza di questo, approfondendo il pensiero di Papa Francesco e gli ultimi documenti e lettere sull’argomento; durante il suo discorso ha ricordato le parole del Papa: “Pertanto, è necessario cambiare la mentalità per combattere l’atteggiamento difensivo-reazionario di salvaguardare l’Istituzione, a beneficio di una ricerca sincera e decisiva del bene della comunità, dando priorità alle vittime di abusi in tutti i sensi. (24 febbraio 2019).
In conclusione, ha riaffermato la necessità di sensibilizzare la Chiesa e la società nel suo complesso, sul rischio di abusi.
Abbiamo concluso questa intensa giornata di lavoro con la celebrazione dei Vespri e la Cena.