Il 12 febbraio di quest’anno ci è stato regalato un ricco documento, l’Esortazione Apostolica Post-Sinodale “Querida Amazonia”. Proprio questa data del 12 febbraio è molto significativa per noi che abitiamo in questo territorio amazzonico perché è l’occasione in cui celebriamo 15 anni del martirio di suor Dorothy Stang. Lei apparteneva alla Congregazione delle Suore della Madonna di Namur ed era missionaria in Brasile dal 1966, sempre insieme ai contadini e agli operai. La sua vita è stata interrotta perché ha difeso i più bisognosi e ha lavorato per la preservazione della nostra Casa Comune. Dorothy era una donna di fede e la sua testimonianza è una ispirazione per tutti i missionari.
Il documento del Santo Padre è una lettera d’amore e rispetto per la nostra “Querida Amazonia”. L’Esortazione ci aiuta a conoscere questo territorio così ricco di bellezze, doni e persone che ci accolgono molto bene. Sognare con l’Amazzonia è sognare con un mondo sempre migliore. Abbiamo bisogno di custodire la Casa Comune, recuperare la capacità di ammirarla. Infatti, l’Amazzonia è una ricchezza, non per essere scoperta e sfruttata, ma per essere contemplata con ammirazione e custodita con zelo.
Quando il Papa ci presenta i suoi sogni nell’Esortazione ci ricorda l’intuizione del poeta che dice: “Quando si sogna da solo è soltanto un sogno. Quando sogniamo insieme è l’inizio della realtà”. Che i sogni di Papa Francesco diventino realtà e che siano sogni di tutti noi. Preghiamo perché più missionari si mettano a disposizione per vivere in questa regione calda e accogliente. Vogliamo imparare dai popoli originari a custodire la Casa Comune senza mai sfruttarla.
Come missionari che seguono i sentieri di San Vincenzo dobbiamo assimilare e condividere il sogno del nostro caro Papa Francesco: “Sogno un’Amazzonia che lotti per i diritti dei più poveri, dei popoli originari, degli ultimi, in modo che la loro voce sia ascoltata e la loro dignità sia promossa. Sogno un’Amazzonia che difenda la ricchezza culturale che la distingue, dove risplende in forme tanto varie la bellezza umana. Sogno un’Amazzonia che custodisca gelosamente l’irresistibile bellezza naturale che l’adorna, la vita traboccante che riempie i suoi fiumi e le sue foreste. Sogno comunità cristiane capaci di impegnarsi e di incarnarsi in Amazzonia, fino al punto di donare alla Chiesa nuovi volti con tratti amazzonici” (QA 7).
Riguarda un sogno sociale: essere dalla parte degli oppressi. Un sogno culturale: custodire il poliedro amazzonico. Un sogno ecologico: unire la cura dell’ambiente alla cura delle persone. E un sogno ecclesiale: favorire una Chiesa dal volto amazzonico.
Il Sinodo dell’Amazzonia e il documento post-sinodale del Sommo Pontefice hanno permesso all’Amazzonia di essere meglio conosciuta. Magari sia anche più rispettata e valorizzata!
Vivere in Rondônia, nel cuore dell’Amazzonia brasiliana, è stato per me un tempo di ricca esperienza missionaria. È una Missione con molte sfide, ma anche con le sue bellezze e ricchezze. Evangelizzare in Amazzonia vuol dire impegnarsi con i nostri fratelli e sorelle per far crescere il “Regno di Dio presente nel mondo” (EG 176); uscire da noi stessi per andare incontro gli altri, disponendoci alle sorprese del Regno. Bisogna lavorare con fede e gioia nella grande opera che appartiene a Dio. Siamo convocati ad essere suoi collaboratori senza mai lasciarci rubare l’entusiasmo missionario (EG 80). Non possiamo dimenticarci che siamo strumenti nelle mani del Signore della mèsse. Stare in un’opera missionaria è essere presenza amichevole e profetica, capace di dimostrare l’amore e la misericordia di Dio nelle varie azioni, parole e testimonianze di vita.
Nella sequela del carisma di San Vincenzo de’ Paoli dobbiamo unirci come rami della Famiglia Vincenziana e costituire gruppi itineranti per “annunciare il Vangelo ai poveri” e per difenderli, lottando insieme per i poveri che vivono in questa regione, lasciandoci sfidare dall’Amazzonia, costituendo una Chiesa che esce all’incontro dei fratelli e sorelle che hanno bisogno della nostra presenza e del nostro sopporto. Siamo grati all’Amazzonia, per la sua generosa ed esuberante bellezza, per la ricchezza che offre a noi tutti. L’Amazzonia ha una bellezza da mantenere e una cultura da essere custodita. E questo è fonte di vita, gioia e felicità per tutti quanti abitiamo in questo territorio.
Pe. Gustavo Alivino Silva, C.M.
Provincia de Rio de Janeiro
Itapuã do Oeste-Amazonía
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