Un centro di culto e due parrocchie ad ogni estremità dell’isola sono i campi di missione. Il centro di culto è all’Avana: “Santuario de La Merced”.
Ha molto a che fare con il sincretismo religioso, perché per “Los Santeros” nella persona della “Vergine della Merced” si venera Obatalá, una divinità africana. La parrocchia orientale è rurale, quella a occidentale è urbana, nella capitale.
Quello che è stato detto finora è un esempio di quanto sta accadendo nella vita pastorale della Chiesa cubana. Su 300 sacerdoti, più di 150 sono stranieri, di ben oltre 20 nazionalità. Solo il 10% delle 600 suore sono cubane.
Anche qui lo Spirito Santo non sa quali sono le comunità religiose femminili che lavorano a Cuba. Anche se rischioso, va detto: che questo elemento policromo, che potrebbe essere una ricchezza, diventa un problema… non è facile unificare un gruppo di ministeri così eterogeneo. C’è un’altra cosa che preoccupa chi si occupa del coordinamento pastorale: la “transitorietà” di coloro che vengono a collaborare: sono lì per un anno… forse l’anno prossimo… forse partiranno nel terzo… La transitorietà delle persone porta con sé la quasi inevitabile transitorietà dei progetti.
Nella “nave/canoa della chiesa cubana”, i vescovi e numerosi laici straordinariamente impegnati mantengono la direzione mentre svolgono il ruolo di promettenti stelle guida. Cercano e chiedono al Signore agenti pastorali che voghino con forza e in modo continuo, immaginando ciò che li attende all’orizzonte. Tutti sono nella stessa barca e tutti cercano una Chiesa migliore sotto lo slancio costantemente rinnovato dello Spirito Santo ( Cristus vivit, #201).
Fr. Francisco Salamanca, CM
Provincia di colombia