La Pasqua è sempre più vicina e da alcuni giorni ci domandiamo: come la celebreremo? Alla luce della fede possiamo fare di questo momento di inquietudine e dolore una occasione di approfondimento e crescita.
Anzitutto bisogna capire chiaramente che la pandemia COVID-19 non è una punizione divina suscitata per questo tempo di Quaresima, davanti alla quale bisogna pregare per che Dio interrompa questa sanzione. Visioni come questa sono frutto di un modo inadeguato di guardare a Dio e alla sua maniera di intervenire nell’umanità. Come le cenere ricevute all’inizio della Quaresima, tutta questa situazione ci indica nostra fragilità umana, insufficiente e piccola. Allo stesso tempo ci rivela che solo in Gesù troviamo il cammino, la verità e la vita (Jn 14,6), Lui ci chiama a vivere pienamente nella fraternità, carità e speranza.
Dunque, dopo questo tempo quaresimale celebreremo la Pasqua, però certamente qualcosa sarà diverso: impossibilitati di unirci come assemblea nelle nostre chiese, pregheremo dalle nostre case per mezzo di celebrazioni trasmesse dalla TV, reti sociali oppure radio. Bisogna stare attenti per non cedere a una fede passiva, che soltanto “guarda” le celebrazioni, ma dobbiamo trovare un modo per partecipare, grati per lo sforzo creativo di tanti ministri della Chiesa che cercano di farsi accessibili a noi.
Tuttavia, dobbiamo avere il coraggio di dare un passo avanti! Siamo capaci di esprimere la vitalità della nostra fede anche in altri modi. Al di là di tutto che è stato detto, questa occasione ci offre una opportunità per riscoprirci come Chiesa Domestica, “perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mt 18,20). Riuniti come famiglia siamo invitati a fare nostra preghiera dedicando un tempo speciale alla lettura e meditazione dei testi biblici collegati a questi giorni, cercando di leggerli nella nostra propria Bibbia, con dignità e attenzione (Verbum Domini 85). Come famiglia riunita in preghiera alla luce della Pasqua, rafforziamo la nostra fede e ci scopriamo come spazio della presenza mistica del Signore risuscitato (Amoris Laetitia 317). Ancora possiamo ricordare la preghiera delle Liturgia delle Ore, che può accompagnarci nella celebrazione della Pasqua oppure essere scoperta per quelli che non la conoscono.
La vitalità di una comunità di preghiera non si misura per il numero di persone riunite. Anche se due o tre, riuniti nel nome di Cristo, come Chiesa Domestica contiamo sulla presenza di Gesù in mezzo a noi, perché egli è l’Emmanuele, “Dio con noi” (Mt 1,23), che risuscitato è con noi tutti i giorni, fino alla fine del mondo (Mt 28,20).
Possiamo accogliere questa opportunità di illuminare con la Parola di Dio la dolorosa realtà mondiale e in essa discernere i riflessi della passione, morte e risurrezione di Gesù in quelli che offrono la sua vita al mondo oggi: per la croce della malattia, del servizio altruista e anonimo, della responsabilità per l’altro, della preghiera, della cura dei più fragili.
E anche quando il dolore e la morte visitano tante persone, celebriamo in Cristo la vita che vince la morte, poiché egli si è caricato delle nostre sofferenze (Is 53,4) e ci ha aperto il cammino per la vita nuova: con lui sepolti nel battesimo, con lui siamo anche risorti mediante la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti (Cl 2,12).
Eliezer Okonosky, CM
Provincia de Curitiba