La Settimana Santa è un periodo durante il quale la Chiesa ci offre l’opportunità di approfondire il nostro rapporto con il Signore Gesù attraverso la contemplazione e la celebrazione del Mistero Pasquale. Lo scopo di tutto questo è di diventare come Gesù (Galati4:19) e così inseriti nella fecondità dinamica della vita di Gesù che è stata offerta per amore. Vincenzo ha parlato di questa realtà quando ha detto: supplico Nostro Signore che possiamo essere in grado di morire a noi stessi al fine di risorgere con Lui, che egli possa essere la gioia del nostro cuore, il fine e l’anima delle nostre azioni,). e la nostra gloria in Paradiso. Questo avverrà se, d’ora in poi, ci umiliamo noi stessi come Egli stesso si è umiliato, se rinunciamo alle nostre soddisfazioni per seguirlo portando le nostre piccole croci, e se diamo la nostra vita volentieri, come Egli ha dato la sua, per il nostro prossimo che ama tanto e che vuole che anche noi li amiamo come noi stessi (CCD:III:616)
Qui presentiamo un breve riassunto del significato spirituale di ogni giorno della Settimana Santa in modo che possiamo vivere in questi giorni illuminati dalla Parola di Dio, nutriti dalla Liturgia e ispirati dalla spiritualità Vincenziana. Il frutto maturo che speriamo di raccogliere è una maggiore conformità a Gesù Cristo, evangelizzatore del poveri che ci invita a immaginare nuovi segni di risurrezione in mezzo alle notti buie della nostra storia attuale.
Domenica delle Palme
Iniziamo la Settimana Santa con le Palme in mano mentre acclamiamo: Beato colui che viene nel nome del Signore, umile, spogliato, calmo, determinato a dare la sua vita per amore, in un gesto di vera libertà (Luca 19:28-40). Ecco perché Gesù rimase in silenzio davanti ai suoi accusatori: la sua difesa era la sua fedeltà e integrità, la coerenza tra le sue parole e le sue azioni. Il Padre lo conosceva e lo sosteneva. Da Gesù, il Messia/Salvatore, impariamo che non c’è niente di più importante di una coscienza retta e di un cuore generoso perché la vita cresce e matura nella misura in cui viene data agli altri come dono. E’ stato per questo che San Vincenzo ha dichiarato: più siamo come nostro Signore, spogliati di tutto, più condivideremo il suo spirito (CCD:VIII:175).
Lunedì della Settimana Santa
Avvicinandosi a Gerusalemme e sentendo il peso della persecuzione, Gesù si ferma a Betania dove viene accolto calorosamente dagli amici (Giovanni 12:1-11) che non hanno paura del pericoli imminenti. Hanno imparato ad essere liberi come il Maestro, liberi di amare e di servire. Il gesto silenzioso e audace di Maria, sorella di Marta e di Lazzaro, ricorda a Gesù l’unzione che ha ricevuto dal Padre … Gesù è confortato dal balsamo e dal profumo di un amore puro e sincero. Giuda, tuttavia, è motivato da interessi personali. Il Figlio di Dio continua il suo cammino. Il seme che è stato seminato non andrà perduto e continuerà a produrre frutti nella vita di coloro che si donano liberamente agli altri nella libertà dell’amore. Il Padre saprà cosa fare. Vincenzo vuole che noi diventiamo veri amici Cristo: Chiedo al Nostro Signore di essere la vita della nostra vita e l’unica fonte di ispirazione dei nostri cuori (CCD:VI:576). Solo così diventeremo autentici discepoli- missionari.
Martedì della Settimana Santa
Sempre di più la notte angosciava Gesù … ci sono accenni di tradimento che sconcertato i discepoli (Giovanni 13-21-33, 36-38). Giuda, amato e scelto, si lasciò sopraffare dal male, si separò dal Signore e dai fratelli e fece quello che aveva programmato. Pietro in un primo momento sembrava essere coraggioso, ma subito dopo negò di conoscere Colui al quale aveva precedentemente dichiarato che sarebbe pronto a morire per Lui. Il discepolo prediletto rimase appoggiato al petto di Gesù, cercando di scrutare il suo cuore. In mezzo a tutto questo Gesù è riconosciuto come Uno glorificato dal Padre ed è pronto a glorificare il Padre … una gloria di amore che non viene meno ora per l’infedeltà e le smentite dei suoi discepoli, un gloria che raggiunge la pienezza nella donazione della la sua vita. Lo sappiamo: applaudito o respinto, nulla è più necessario che vivere e agire come il Signore ha fatto in modo che il suo spirito possa essere evidente in tutti i nostri ministeri (CCD:XII:93).
Mercoledì della Settimana Santa
Oggi, in molti comunità ecclesiali, questo è il giorno dell’incontro tra il Signore sofferente e la Madre dolorosa, incontro tra un amore che viene offerto e un amore che si rafforza. Cosa si può dire dei nostri incontri: essi comunicano Pace? Instillano speranza? Creano gioia? Sappiamo come raggiungere gli altri nel momento del bisogno e della sofferenza? Cosa offriamo agli altri quando li incontriamo? La nostra presenza è stimolante? Le nostre parole sono confortatrici? I nostri gesti incoraggiano? Impariamo dall’incontro di oggi in cui la fedeltà di Gesù è stata rinvigorita dalla compassione di sua Madre. Papa Francesco ci insegna che la rivoluzione della tenerezza non può realizzarsi senza una cultura dell’incontro. Perciò, come Maria rivestiamoci dello spirito di Gesù Cristo affinché i suoi passi diventino la regola della nostra vita mentre camminiamo verso la perfezione
Giovedì Santo
Oggi ricordiamo l’istituzione dell’Eucaristia, il sacramento dell’amore che diventa servizio (Giovanni 13:1-15). Durante l’Ultima Cena, Gesù lavò i piedi dei suoi discepoli, rivelando una nuova dimensione del suo mistero e della dinamica dell’amore che dovrebbe distinguere i suoi seguaci: raggiungere gli altri e accompagnarli per diventare come il Signore e Maestro. Il ministero dei sacerdoti (l’istituzione che ricordiamo anche oggi) dovrebbe essere visto da tale prospettiva. Il sacerdote è un essere umano che ama e serve, una persona povera che arricchisce gli altri, un peccatore che riconcilia gli altri perché nulla di ciò ha ricevuto può essere conservato per se stesso. La sua vita è un dono, un pane spezzato, un prolungamento dell’Eucaristia perché Gesù ha voluto mettere in noi il seme dell’amore, che è la nostra somiglianza con Lui (CCD:XI:131).
Venerdì Santo
Oggi, non dobbiamo moltiplicare le parole mentre contempliamo la passione e la morte di nostro Signore. L’amore, che è diventato servizio nella lavanda dei piedi, è ora consegnato sulla Croce (Giovanni 18:1-19, 42). Questo è fatto liberamente per dirci che siamo stati riconciliati e salvati da un amore infinito. Il Crocifisso ha preso su di sé il nostro dolore, la nostra sofferenza, l’angoscia e la speranza… nulla è stato lasciato irredento. Da allora , nessuno dovrebbe sentirsi abbandonato o solo: possiamo essere sicuri che Dio ci concederà la grazia di portare costantemente la nostra croce, di seguire Gesù Cristo da vicino, e di vivere come Lui nel tempo e nell’eternità (CCD:XII:186). Con la sua morte, Gesù è entrato nella nostra solitudine, ha disperso le nuvole dell’i oscurità e della paura. Oggi mettiamoci ai piedi della croce con Maria, sua madre e con coloro che rimasero fedeli fino alla fine. Mentre noi contempliamo Gesù Crocifisso, rendiamoci conto di tutto ciò che abbiamo ricevuto e di tutto ciò che dobbiamo fare per rispondere a un amore così grande. Impariamo a porci accanto a coloro che sono crocifissi oggi e lo facciamo in solidarietà con Simone di Cirene, con la compassione delle donne che hanno seguito Gesù e con la forte calma di sua madre, Maria.
Santo Sabato:
Un gran silenzio avvolge la terra. Entrando nell’ombra della morte, il Figlio di Dio scese nelle profondità dell’abisso dell’esistenza. Coloro che seguirono Gesù in un primo momento videro la croce come la tragica fine della vita e la speranza e l’amore. Un fallimento inaccettabile! Il trionfo del peccato e del male che ha portato alla morte assurda l’Unico che ha fatto solo del bene. Questa non potrebbe essere la fine di Colui al quale il Padre ha promesso di risuscitarlo, dandogli il potere di superare tutto ciò che è male In questa notte santa, la luce squarcia le tenebre la gloria e la lode rompono il silenzio, la solitudine diventa comunione, bellezza e bontà sbocciano potentemente, la vita è rivestita di tutto il suo splendore, Il Cristo Risorto ci apre le porte dell’Amore eterno della pace infinita, della speranza che non delude della vittoria finale. Nella luce della fede, più scura è la notte più promettente è l’alba del nuovo giorno. Niente di più bello che ascoltare questa proclamazione pasquale di S. Vincenzo: possiamo noi vivere pienamente una nuova vita divina in Gesù Cristo, risorto da morte. Chiediamogli questa grazia per tutti noi che possiamo costantemente cercare e desiderare le cose di lassù e che possiamo camminare in questa direzione attraverso le opere della nostra vocazione in modo da portare altri con noi in Cielo. (CCD:VIII:325).
Domenica di Pasqua
Crediamo in Te, Signore Gesù Cristo,
tu che ci ha dato il dono della vita.
Noi crediamo che ora Risorto,
tu vivi eternamente nella gloria del Padre
e con il potere del vostro Spirito,
tu ci accompagnate nelle nostre esitazioni
mentre camminiamo tra oscurità e luce.
La tua la resurrezione è una novità che non finisce mai,
la mano tesa che ci solleva,
il balsamo che guarisce le nostre ferite,
il conforto che ci calma,
la brezza che asciuga le nostre lacrime,
la melodia che ci incanta,
la pace che ci rinvigorisce,
la fragranza che profuma il mondo,
la parola d’amore definitiva.
Oggi la nostra unica richiesta
è per la grazia di vivere con Te,
Consolati dalla tua compagnia,
confortati dalla tua amicizia,
che risplende come la nuova luce della risurrezione,
risplende davanti a noi e intorno a noi
fino a che la luce eterna in cui tu dimori
squarcia l’oscurità della nostra notte
e diventa l’alba di un nuovo giorno. Amen.
Vinicius Teixeira, CM
(Tradotto dall’inglese da Suor Elisa)