Come per altri aspetti della spiritualità cristiana, anche la devozione mariana di S. Vincenzo è strettamente legata all’insegnamento della Chiesa: essa è sviluppata con grande moderazione ma anche ricca di elementi dottrinali. In ogni modo ha saputo coltivare e mantenere un sostanzioso equilibrio tra aspetti teologici e richiami alla sensibilità devozionale.
1 – Maria nella sua vita.
San Vincenzo è molto discreto nell’esprimere i suoi sentimenti religiosi e per lo più l’accento è posto sulla centralità di Cristo. Parliamo infatti a tale proposito di una spiritualità cristologica. Per questo egli è solito parlare di Maria in rapporto con il Cristo: ‘Nostro Signore e la sua Santa Madre’, è una sua frase preferita e molto significativa. La sua devozione mariana si esprime così nel solco della tradizione cristiana e di paese, con una particolare attenzione alla madonna di Buglose, piccolo e semplice luogo mariano vicino al suo paese natio, a cui si reca in pellegrinaggio anche in un momento decisivo della sua vita quando nel 1620 si era recato per un’ultima visita al suo paese e ne aveva approfittato per compiere un pellegrinaggio al luogo a lui caro dall’infanzia.
2 – Maria nel suo pensiero.
Lo troviamo soprattutto nei riferimenti alle Figlie della Carità, un po’ meno quando si rivolge ai Missionari. San Vincenzo ha di Maria una considerazione molto concreta: la vede come una donna del popolo più che una statua racchiusa nella sua nicchia. Anzi la vedeva presente in ogni donna: ‘Se dovete trattare con una donna, pensate di stare trattando con la Santa Vergine’, dice alle Suore. Nelle conferenze ci sono richiami al ruolo di Maria nella vita delle Suore, a cui raccomanda di pregarla con continuità, in particolare con la recita del rosario. Del resto gli era familiare ripetere la formula ‘Maria unica madre della Compagnia’, diventata abituale sulle labbra di ogni Figlia della Carità di ogni tempo. Nelle Regole, anche quelle ai Missionari, il richiamo a Maria è presente, con un ventaglio di richiami alla lode e invocazione e come forte invito all’imitazione.
3 – Maria nella tradizione vincenziana.
Specialmente per le Suore si è arrivati a parlare di un timbro mariano della loro spiritualità, come anche per la stessa Compagnia. Questo elemento mariano è stato rafforzato da quanto è avvenuto nella storia, con due eventi realizzatisi nel 1800.
- Le apparizioni della beata Vergine Maria nel 1830, con le rivelazioni a Caterina Labouré riguardo al suo amore di predilezione per la Compagnia, oltre ai richiami per una più esatta osservanza della Regola, il tutto legato al dono della medaglia miracolosa che diventerà un impegno forte per la sua diffusione da parte di tutte le Suore, ma anche dei Missionari.
- L’apparizione del 1842 ad Alfonso Ratisbonne a Roma, nella chiesa di S. Andrea delle Fratte, che ha contribuito a rafforzare il legame di tutti i Vincenziani alla Vergine Maria, oltre a fare di Roma una ‘seconda Lourdes’.
Si tratta di due fatti che presentano tutte le caratteristiche della semplicità vincenziana: tutto avviene nel silenzio e nella discrezione, tutto si manifesta gradualmente, ma in modo tale da lasciare un segno forte nella vita di tante persone.
Inoltre questi eventi sono stati vissuti e interpretati come una conferma dell’attenzione di Maria sulle due istituzioni vincenziane e insieme come ulteriore invito a vivere una autentica devozione mariana che fosse in grado di far crescere l’imitazione di Maria in tutti i figli spirituali di S. Vincenzo. Conferma di questa particolare devozione la troviamo nella vita di tante Figlie della Carità che hanno sentito Maria come sostegno nel loro cammino di servizio e come impegno a diffonderne una speciale devozione. I Missionari poi, soprattutto nelle Missioni al popolo, hanno diffuso la conoscenza e la devozione alla Medaglia miracolosa, generando tra la gente un particolare sentimento di affetto e di imitazione verso la Vergine Santa.
4 – Maria nella nostra vita.
Consapevoli del ruolo che ha nella nostra vita la Vergine Maria e certi del primato in noi del mistero di Cristo, possiamo accennare ad alcuni punti di riflessione e di impegno concreto.
- Rapporto tra fede e preghiera anche nella devozione mariana. E’ importante non fermarsi ad un semplice sentimentalismo, come indica anche il cap. 8 della LG, ma è necessario coniugare bene devozione, amore, preghiera con un deciso cammino di fede, per essere, come Maria, sempre ‘pellegrini nella fede’.
- Saper vedere Maria come modello di una vita donata a Dio – è il sì della consacrazione come lode a Dio ma anche come impegno vissuto nel servizio del prossimo. Possiamo vedere così Maria come stella della evangelizzazione (= portare Cristo e la sua parola) e come icona di carità (servire come lei ha servito, con prontezza e totalità).
Una vera e autentica devozione mariana diventa impegno per una sempre più profonda fedeltà al messaggio di Cristo, un invito a portare nella vita quotidiana le esigenze più forti e genuine del Vangelo.
Quale felicità, care sorelle! Ecco un nobile fine! E come! Essere chiamate per onorare la grande carità di Gesù Cristo; averlo, con la Vergine Maria, per modello ed esempio in tutto quello che fate, o mio Dio, quale felicità! Beate le madri che hanno dato la vita a figlie destinate a compiere tale compito, che deve essere la continuazione di quello che Nostro Signore e la sua santissima Madre hanno fatto sulla terra! (SVit 9, 604).