Era il 12 marzo 2020, in tarda serata, quando Rodrigo Roa Duterte, l’onorevole Presidente delle Filippine, nel suo discorso alla nazione, ha dichiarato la quarantena dell’intera comunità filippina. La dichiarazione di Duterte ha espresso l’ansia dell’intera nazione per il Covid-19. È accaduto anche con i capi della maggior parte delle nazioni, che hanno dichiarato misure diverse per combattere il coronavirus. La maggior parte dei Paesi in generale e le Filippine in particolare, dopo la dichiarazione della quarantena comunitaria hanno dovuto affrontare molte sfide per prendersi cura della popolazione delle periferie per combattere non solo il Covid-19 ma anche fame e la mancanza di sicurezza. Ogni calamità naturale che la terra affronta, colpisce sempre più le persone che vivono nelle strade più di quelle che vivono al riparo. In modo analogo, la quarantena della comunità era un incubo per gli abitanti della strada. Gli abitanti della strada sono sopravissuti a cicloni, inondazioni, ecc. ma la quarantena della comunità li ha lasciati con la paura di non trovare mani che li potessero assistere. Migliaia di abitanti della strada e di operai precari erano ansiosi di sapere cosa sarebbe successo loro durante la quarantena.
I Vincenziani nelle Filippine, fin dalla nostra fondazione, siamo sempre stati accanto alla gente delle periferie, considerandoli i nostri “Signori e Maestri”. Tutte le istituzioni dei Vincenziani o da loro gestite nelle Filippine sono sempre state una fonte di grande generosità per coloro che si trovano nelle periferie e in stato di bisogno. L’Adamson University, è il miglior esempio di carità vincenziana nelle Filippine. L’Università mira a fornire istruzione a coloro che sono meno privilegiati e non sono molto stabili dal punto di vista finanziario. La Adamson University crede nell’educazione dei giovani alla vita e non l’istruzione da vendere come una merce costosa. È in questo contesto che i Vincenziani del Marian Center di Manila hanno elaborato un piano d’azione molto concreto non solo per combattere il Covid-19, ma anche per arginare il timore dei poveri riguardo alla loro stessa sopravvivenza. I 17 Vincenziani del Centro Mariano appartengono a diversi ministeri pastorali: Adamson University, Parrocchia di San Vincenzo de’ Paoli, Associazione Medaglia Miracolosa e Promozione delle Vocazioni. Alla dichiarazione della quarantena nelle Filippine, tutti i Vincenziani del Centro Mariano abbiamo unito i cuori e le menti per comunicare la carità vincenziana a coloro che sono nel bisogno. Avevamo una forza vitale nei nostri cuori per chiederci: cosa farebbe oggi San Vincenzo se fosse fisicamente vivo? Noi crediamo che San Vincenzo sia assai vivo nello spirito oggi e con il suo spirito ci ha guidato a fare un piano d’azione con il titolo ‘Programma COVID: Carità oltre l’indifferenza e la disperazione da virus.’
In primo luogo, la nostra comunità ha dato inizio a pratiche spirituali più frequenti per chiedere al Signore di guarire il mondo da questa pandemia. Ogni giorno tutti insieme come una famiglia riunita attorno all’altare per pregare per coloro che hanno bisogno delle nostre preghiere. Ispirati dalla carità del nostro santo fondatore San Vincenzo, abbiamo poi iniziato ad organizzare una raccolta fondi per aiutare la gente povera. Abbiamo invitato persone generose a donare in contanti e per beneficenza. Abbiamo sempre creduto che “la mascherina copre solo i nostri volti e non i nostri cuori”. La gente ha iniziato a smascherare i propri cuori e le nostre donazioni hanno cominciato a sperimentare l’abbondanza. Ad oggi (28/03/2020), siamo riusciti a raccogliere circa 1,5 milioni di pesos in contanti e molto di più in natura. Dio benedica tutti i cuori generosi. Dall’inizio dell’isolamento nelle Filippine stiamo dando da mangiare a circa 500 persone ogni giorno. Abbiamo donato un assegno di 1000 pesos a 900 famiglie (0,9 milioni). Tutti i Vincenziani della nostra comunità sono altrettanto coinvolti nella pianificazione, nell’acquisto, nel riconfezionamento e nella distribuzione di aiuti ai poveri.
È davvero stimolante incontrare il volto di Cristo nei sorrisi della povera gente. Vorrei citare due esperienze toccanti che i nostri confratelli hanno fatto durante la distribuzione del cibo agli abitanti della strada. Un giorno, mentre i pacchetti di cibo erano in distribuzione, uno degli abitanti della strada si è fatto avanti e ha detto a p. Joel: “Padre, voglio dirle una cosa, ma non si arrabbi con me”. P. Joel gli ha gentilmente chiesto di dirgli quello che voleva dire. Poi l’uomo ha steso le mani a p. Joel e gli ha dato 300 pesos. P. Joel gli ha chiesto di tenere i soldi per sé, perché a loro i soldi servono molto di più. Ma l’uomo gli disse: “Padre, ho fiducia nella provvidenza di Dio ed ora gentilmente riceva questo piccolo contributo da me e dia da mangiare a più persone come me”. Sono state parole molto toccanti dette da un povero che non aveva nulla di cui vivere. Proprio come la povera vedova della Bibbia che ha dato tutto ciò che aveva per vivere. Noi crediamo che Dio benedirà abbondantemente cuori così sinceri. Un altro giorno, mentre si distribuivano i viveri, un povero vecchio corse da p. Choi e disse: “Padre, sto pregando seriamente perché finisca questo coronavirus, ma prego anche che la carità che tutti voi fate non finisca mai”. È stato un modo per aprire gli occhi a tutti noi per umanizzare la carità nella nostra vita e nella nostra missione.
Credo che la carità sia lo zelo con cui nasce ogni vincenziano. Che questa carità non cessi mai di esistere nei nostri cuori. Se il coronavirus infetta il nostro corpo, combattiamolo contagiando la carità nel cuore di tutti. Noi, come comunità del Centro Mariano, uniamo le nostre mani, in segno di gratitudine verso quelle persone generose che sono state al nostro fianco in questo momento di difficoltà. Ringraziamo Dio onnipotente, la Beata Vergine Maria, il nostro santo fondatore San Vincenzo, per aver acceso in noi lo spirito di amore e di servizio attraverso la carità. Possa Dio guarire il mondo.
Libin P Varghese CM
Adamson University Manila,
Filippine