Caro Don Stefano ci parli brevemente di lei.
Sono sacerdote da 25 anni (27 maggio 1995) – provengo da una famiglia umile. La storia familiare e il carisma vincenziano mi hanno portato a diventare prete. San Vincenzo con il suo amore per i poveri è stato fondamentale nella mia crescita spirituale. Oggi sono parroco della Chiesa Madre della mia città – Casagiove (Caserta), la chiesa che mi ha generato nella fede: Battesimo, Eucaristia, Cresima, Ordine… dove vivo da sempre il contatto con le povertà – dipendenze. Sono contento di essere prete e di essere vincenziano.
Ci può raccontare brevemente come nasce il culto di San Vincenzo de’ Paoli a Casagiove?
Data certa 1821 – dopo una missione dei padri Lazzaristi. L’intervento del Santo fece cessare il colera. Da qui inizia la devozione al Santo Francese che cresce di generazione in generazione grazie a tanti altri momenti che coinvolgono la vita della città e toccano il cuore di ogni fedele.
Cosa significa preparare la festa di paese per San Vincenzo? Come si svolge? Chi vi partecipa e come viene coinvolto?
È un rapporto speciale tra il Vecchierello e la città. Sono giorni speciali, non manca proprio nessuno. Tutti i cittadini, anche quelli che per lavoro sono emigrati, si lasciano travolgere dall’esperienza del Casagiovese “San Vincenzo”. Cartellone: spiritualità, formazione, carità e animazione. In questi ultimi anni tanto è stato fatto di purificazione secondo il magistero di Bergoglio. La strada è tracciata. La festa del Santo è un miracolo per la città.
Come vivono i giovani il culto di San Vincenzo?
Sono tantissimi che aderiscono all’esperienza vincenziana. La vivono in prima persona direi dal grembo materno. Vi è un rapporto unico che apre il cuore al volontariato, al darsi al fratello bisognoso.
Come lo diffondente?
Di famiglia in famiglia – non c’è casa senza un’edicola, immagine e…. iniziative formative, in questi ultimi anni grazie alla collaborazione con i padri del borgo dei Vergini. Ci serve più presenza dei padri – questa è una carenza. Questa gente va curata fino in fondo.
Ci sono miracoli accaduti in paese legati al culto di San Vincenzo?
Certamente, negli ultimi anni diversi – Antimo malato di cancro – stato difficilissimo da superare. Vince la battaglia – Domenico, giovane 17 anni che lotta con una leucemia – oggi ha ripreso la sua vita e tanti altri. Lui è sempre presente dico sempre. Miracoli sono tanti.
San Vincenzo ci ha insegnato a servire i poveri nostri maestri, com’è vissuto questo insegnamento in parrocchia, e di maniera pratica?
Programma della nostra realtà – servire. Abbiamo creato dal 2015 la rete vincenziana – che opera nel campo dell’emarginazione. Vi elenco alcuni campi dove siamo presenti:
Mensa dei Poveri – La locanda di Madre Teresa di Calcutta ( centro raccolta viveri ) distribuzione mensile e in caso di necessità – Casa “de’ Paoli” centro indumenti e docce – L’osservatorio per le povertà “Mario Diana” L’Ambulatorio medico – Centro Nazareno opera nel campo delle dipendenze, Camper “Capitan Uncino” in sinergia con l’ASL presenti sulla strada ( tratta e…) – doposcuola e… – Scuola di Vincenzo sempre attuale per dare fastidio e costruire la strada ai poveri. Il lavoro della rete è coordinato dal G.V.V., tra le file abbiamo la Presidente Interdiocesana, con LE FIGLIE DI SAN VINCENZO, realtà interna che conta un centinaio di donne giovani – I VOLONTARI DI SAN VINCENZO, uomini e donne una cinquantina – VINCENZOLAB, una trentina solo uomini, ACCOLLATORI oltre duecento uomini – ESERCITO DI VOLONTARI – è fondamentale il bisogno della vostra presenza, di ciascuno e di una MISSIONE FATTA BENE SUL TERRITORIO.
Ha ricevuto la affiliazione alla Congregazione della Missione, da parte del Superiore Generale, cosa significa questo per lei?
Per me è motivo di fare di più – un bel poco mi emoziona. Sono innamorato del Vecchierello. Ringrazio il Superiore Generale. Quest’attestazione Congregazione della Missione e la Famiglia Vincenziana sprona me e la mia gente a contagiare di più secondo il carisma del figlio del porcaro.
Di cosa ha bisogno la sua parrocchia per crescere nel carisma vincenziano?
Della vostra presenza – suore… – fare un progetto Vincenziano.
Quale frase di San Vincenzo o quale suo insegnamento vuole condividere con noi?
“I poveri sono i nostri padroni”, la vera ricchezza della Chiesa. La “follia” di osare di Vincenzo. Non stare in una chiesa incartata bensì in una chiesa “scartata”. Il messaggio di Vincenzo è attuale più che mai.