JANKO  HAVLIK
1928 – 1965

Janko Havlik nacque  i1 12 febbraio 1928 a Vlékovany presso Skalica (ora Dubovce) nella famiglia di un povero operaio, Karol Havlik e di sua moglie Justina nata Pollékova. Nel suo curriculum, manoscritto, leggiamo : “Poiché volevo proseguire gli studi, per due anni ho frequentato la Scuola Civica a Holic, dove arrivavo a piedi – I6 km al giorno . Dopo due anni ho cominciato a frequentare il Ginnasio a Skalica – in bicicletta tutti i giorni, questo significava 36 km al giorno. ”

Janko crebbe  in tempi di grande crisi economica e divenne  grande nell’atmosfera della Seconda Guerra Mondiale. In una tale situazione nel 1943 andò a Banska Bystrica, ed entrò nella Scuola Apostolica (“seminario minore”), della Congregazione delle missione di san Vincenzo de Paoli, mentre parallelamente portava  a compimento anche gli studi del ginnasio. Dopo la guerra il regime politico  stava  cambiando radicalmente. “Il vittorioso febbraio I948”, come venne definito, significò in realtà l’avvento del totalitarismo comunista e l’inizio di una lotta aperta contro la Chiesa.

Janko Havlik fu uno dei giovani su cui il  potere totalitario eserciterà tutta l’efficacia della sua brutalità. Il 29-10-51 fu arrestato insieme agli altri seminaristi della Congregazione a Nitra. La terrificante Polizia Statale lo interrogò e torturò per 16 mesi, lasciato nella fame e al freddo. Dopo il processo, che durò dal 3 al 5 febbraio, fu condannato a dieci anni di prigione. Alla fine del febbraio 1953 Janko Havlik viene scortato al lager di Jachymov come minatore nella miniera di uranio.  E in questo clima di fatica e  di sofferenza che scopre che, se non può essere sacerdote, può essere missionario.

A1 suo caro amico Anton Srholec dice: “Mi sento come in missione. Nessun missionario  potrebbe scegliere un luogo di missione migliore e più difficile”.

Subisce un secondo processo nel 1959 e alla pena viene aggiunto un altro anno. Anche in prigione venne interrogato, maltrattato, torturato e lasciato senza cibo ed al freddo. Si comportò sempre valorosamente. Nell’Agosto 1961 Janko sviene sul luogo di lavoro. La diagnosi in infermeria e: “Lo stato  del paziente richiede un ricovero immediate in ospedale”. Quando poté uscire di prigione, fu rimandato a casa, come invalido malato terminale. Del giovane forte come un abete di un tempo era rimasto solo un relitto. Ma fino a quando i1 Signore lo ha chiamato a sè, ha fatto ancora in tempo a descrivere la propria esperienza spirituale, i pensieri e le preghiere su carta in due quaderni piccoli ma densi “La Via Crucis delle piccole anime” e ”Diario”. Sono importanti perché ci permettono di scoprire i suoi colloqui personali con Dio, e possono diventare una guida affidabile per tutti quelli che vogliono andare verso Dio con lui.

Nonostante tutto Janko, non aveva bevuto fino in fondo i1 suo calice di amarezza. Quando si sparge per il paese i1 suono del1’autoambulanza, tutti sanno che Janko viene trasportato di urgenza all’ospedale di Skalica.

Gli agenti 1o spiano continuamente .

E 1’ultimo respiro arriva il 27 dicembre 1965. Janko Havlik muore improvvisamente per strada, senza testimoni, nella festa del suo santo patrono Giovarmi Evangelista all’età di 37 anni. Muore nelle ore del mattino. In piedi. Lo trovano in una delle vie di Skalica appoggiato al muro, accanto al deposito delle ceneri di una casa.

Condusse una vita santa: devoto, eccellente per il canto, dotato della parola, devoto alla Vergine Maria, perseverante e amante della preghiera. Il 9 giugno 2013 è iniziata l’inchiesta diocesana sul martirio del Servo di Dio.

È in corso la stesura della “Positio super martyrio”.

Se hai ricevuto qualche grazia attraverso la supplica a questo confratello o conosci qualcuno, per favore contatta il Procuratore Generale, P. Giuseppe Guerra, a: procgen@cmglobal.org