Il gruppo Pastorale Giovanile Vincenziana (PGV) Lazio ha organizzato un campo di servizio a Catania, coinvolgendo giovani di diverse fedi religiose. Durante il soggiorno, hanno alloggiato alla Locanda del Samaritano e partecipato a varie attività di assistenza e formazione, incontrando persone bisognose e condividendo momenti di preghiera.

Giovani Vincenziani-Lazio in Sicilia per il Campo di Servizio

 

 PGV acronimo di Pastorale Giovanile Vincenziana, siamo un gruppo di giovani universitari, liceali, di diversa religione (Musulmani, ortodossi, Cattolici), animati dallo stesso desiderio di prestare aiuto al nostro prossimo. Oltre lo studio, il lavoro, ci impegniamo da diverso tempo all’incontro con i poveri; ognuno, con la propria diversità e unicità, il proprio credo religioso e la propria formazione, investe il proprio tempo dedicandosi ai bisogni dei fratelli e sorelle che vivono una situazione materiale, spirituale e psicologica svantaggiata. Crediamo che nell’incontro con i poveri Dio si riveli a ciascuno di noi attraverso i gesti, le parole di costoro, scoprendo in realtà quanta ricchezza c’è in ogni povero. Da qualche anno collaboriamo con il gruppo di servizio di unità di strada a Roma in piazza San Pietro con i membri della Famiglia Vincenziana e ci chiamiamo Vincenziani-Lazio. Nel servizio viviamo la bellezza di collaborare insieme nella comunione donando ognuno ciò che possiede nella propria diversità.

Ultimamente abbiamo realizzato un campo di servizio a Catania, dove abbiamo fatto diverse esperienze: momenti di preghiera, di condivisione, di convivialità e di formazione vincenziana. È stata un’esperienza di servizio a 360°, abbiamo alloggiato alla Locanda del Samaritano un luogo di accoglienza e supporto per le persone bisognose, gestito dai Missionari Vincenziani a Catania, nel quale abbiamo condiviso l’esperienza di essere serviti e di servire. Nell’interrato di questo edificio, c’è la casa Lumière, un luogo caratterizzato da un’illuminazione particolare che riprende la denominazione della struttura stessa, nella quale alloggiano alcune donne vittime di violenza, lo scopo è quello di aiutare queste persone a ritrovare la speranza.

La Locanda ospita diverse realtà e per questo è molto attenta ai dettagli sia architettonici, sia organizzativi che regolamentari della vita delle persone ospitate al fine di restituire un senso di dignità e la possibilità di ripartire per vivere la vita pienamente. Abbiamo iniziato qui la nostra missione, celebrando con Padre Rrok la Santa Eucarestia, abbiamo ascoltato la Parola di Dio nella quale Gesù, parlando della Carità, chiama a sé i suoi discepoli e prese a mandarli a due a due con una missione precisa. È stato un evidente segno di Dio che ci aveva raccolti insieme con le nostre diversità e caratteristiche personali a portare a tutti un unico messaggio la speranza della Luce. Ognuno di noi ha ricevuto dei doni, come oggetti essenziali che ci hanno accompagnato per tutta l’esperienza: una saponetta profumata, la Medaglia Miracolosa e la maglia con su scritto “Brilla e fai brillare” “per fare la differenza nella vita delle persone”.

Giovani Vincenziani-Lazio in Sicilia per il Campo di Servizio

In questa settimana, dapprima, siamo entrati a contatto con le origini e la storia della carità vincenziana catanese visitando la Casa della Carità in cui ci hanno accolto le Figlie della Carità, Suor Rosanna, Suor Stella e Suor Giulia, le quali ci hanno introdotto e dedicato un momento di formazione spirituale vincenziana. Abbiamo potuto conoscere l’essenza della carità catanese: la baronessa Zappalà che aveva iniziato l’opera di soccorso agli infermi, ancora oggi esistente, e Suor Anna Cantalupo, attualmente in processo di Beatificazione, soprannominata come “la madre Teresa di Catania”. Abbiamo pregato e meditato alcune gesta esemplari della sua vita ai piedi della sua tomba nella chiesa all’interno della Casa. È stato un momento di inizio molto decisivo e intenso nel quale abbiamo affidato tutte le nostre intenzioni di preghiera più profonde e dedicate a chi ha bisogno della sua intercessione. Dopo questo emozionante incontro, abbiamo preso parte ad alcuni servizi alternati da momenti di condivisione fraterna con Suor Ivana, Padre Mario, Padre Rrok e Suor Rosanna. Suddividendoci in piccoli gruppi abbiamo fatto diverse esperienze, come quella all’interno della Casa-famiglia Betania, la quale ci ha dato l’opportunità di conoscere alcune famiglie ospitate e alcuni bambini di origine africana. In questa occasione siamo entrati a contatto con dei bambini molto curiosi, calorosi e desiderosi di condividere un pomeriggio insieme a noi. La gioia e lo stupore si potevano facilmente leggere nei nostri occhi. Successivamente abbiamo fatto esperienza, delle visite domiciliari gestite dalla Casa della Carità in coordinazione con le Figlie della Carità, i volontari della famiglia vincenziana e la prepostulante Pier Grazia. In questo servizio molto delicato e al tempo stesso entusiasmante, siamo entrati nel cuore della carità catanese, visitando le case e le famiglie con tutte le loro particolarità, sofferenze e saggezza umana.

Ognuno di noi ha potuto sperimentare la bellezza di portare la propria luce e di essere illuminato a sua volta da alcune parole depositate appositamente nel proprio cuore. Infine, l’esperienza di servizio si è conclusa con l’unità di strada, nella quale siamo stati accompagnati dal centro comunale. In questa occasione abbiamo potuto sperimentare le diverse realtà delle strade di Catania, conoscendo molteplici storie, attraverso le quali abbiamo potuto prestare ascolto e riconoscimento, ma allo stesso tempo ricevere in cambio una vivida verità che orienta la nostra attenzione su ciò che conta davvero nella nostra vita, mostrandoci che la vera ricchezza sta nelle piccole cose e nelle relazioni che diamo per scontato. A conclusione di questa esperienza a Catania abbiamo organizzato una splendida festa con tutti fratelli della Locanda del Samaritano, è stato un momento condensato da balli, giochi, tante risate, gratitudine e ringraziamenti reciproci.

In realtà non è finita qui… a ritorno dalla terra Siciliana, siamo stati ospitati a Napoli da Suor Marisa che ci ha fatto sentire a casa con la sua ospitalità regalandoci una perla preziosa da portare con noi e che pensiamo valga come sintesi di questa intera esperienza: qualcuno di noi, mostrando la sua riconoscenza per ciò che ci stava donando Suor Marisa, ha detto “così ci stai viziando” e lei ha risposto “questo non significa viziare ma significa accoglienza”.

Crediamo che chiunque possa avere l’occasione di condividere l’esperienza del servizio ai poveri, in quanto ognuno di noi ha qualcosa di importante da offrire nella sua unicità e diversità, ma anche qualcosa importante da ricevere. Ogni povero nella sua povertà può arricchire la nostra vita, così come, riconoscendo la nostra povertà, possiamo diventare più ricchi di quanto pensavamo essere.

Jacopo Tiberti

Testimonianza dei giovani Vincenziani del Lazio.

Campo servizio a Catania 13-20 Luglio.

 

“Brilla e fai brillare! Per fare la differenza nella vita delle persone”. Questo è stato il motto che ha accompagnato il nostro campo-servizio. Spero di aver lasciato qualcosa alle persone che ho incontrato e mi auguro di essere stata uno strumento per riscoprire la Luce che le abita. Quello che so è che questa esperienza è stata per me trasformativa, l’incontro con l’Altro ha fatto la differenza nella mia vita. A partire dall’accoglienza ricevuta da coloro che ci hanno ospitato, dalla dedizione con cui Suor Ivana ha organizzato tutto per noi, dall’entusiasmo negli occhi dei miei compagni quando li ho raggiunti a Catania. Tra le persone che più mi sono rimaste nel cuore, un posto speciale è occupato da Manuel, un bambino conosciuto durante il servizio in casa-famiglia. Vedere un bambino così piccolo, spaventato e pieno di rabbia, gioire alla vista di una piccola piscina gonfiabile e sciogliersi davanti ad un abbraccio inaspettato, mi ha fatto pensare a quanto crudele siano spesso le circostanze della vita, ma a quanta luce ci sia dentro ognuno di noi, una Luce in grado di annullare tutto il male e far brillare anche il luogo più buio. Un altro momento per me importante è stato l’incontro con Franchina nel quartiere catanese di San Berillio, la sua storia, l’autenticità nel raccontarla, sono state una forte testimonianza di vita.

Sto maturando sempre di più la consapevolezza che nella vita non è importante quello che si ha, tutto ciò che conta è la relazione, essere visti e vedere, è l’amore che ci tiene in vita. Io dai poveri mi sono sentita vista e profondamente amata.

Francesca

 

Porterò per sempre nel cuore questa esperienza piena di emozioni, tutte le persone che ho incontrato e che hanno arricchito la mia vita, ma soprattutto i miei compagni di viaggio che sono diventati come fratelli per me.

Claudia

 

La mia esperienza nel campo servizio a Catania mi ha fatto conoscere nuovi contesti che non mi sarei immaginato di trovare nonostante partecipo da tempo all’unità di strada di Roma. In particolare le visite domiciliari mi hanno coinvolto emotivamente e mi hanno inoltre reso più incline ad ascoltare gli altri e a dare il giusto valore alle cose.

Pierpaolo

 

Grazie per l’opportunità che mi è stata data di poter partecipare al campo servizio di Catania.

É stata un’esperienza molto bella e allo stesso tempo piena di emozioni. Nella settimana si respira aria di fraternità, relazione e mettersi al servizio del prossimo entrare in empatia. Durante il servizio il focus non sei più tu ma l’altro si entra in punta di piedi nella vita dei fratelli più fragili dove si vede e tocca con mano la fragilità dell’uomo. Le fragilità creano fragilità ed è comune a tutti noi non fa distinzione fra ricco e povero, ognuno di noi ci fa i conti. Il motivo del servizio non è essere eroi, salvarli …. Il compito è accompagnare, guardarli, accoglierli e farli sentire meno invisibili di quanto la società lo faccia già. Dare loro un sorriso creare una relazione, ascoltare le loro storie …dargli voce. Beh che dire porterò con me ogni volto che ho incontrato e farò tesoro di ogni loro insegnamento perciò posso solo dire grazie.

Lorenzo

 

È stata la mia prima esperienza di campo servizio, e la prima volta che mi trovavo a Catania. Una città che quindi non conoscevo e che era ancora tutta da scoprire. Grazie all’aiuto di Suor Ivana, Padre Rrok e Padre Mario, la scoperta di questa nuova città è iniziata: una scoperta che non riguarda solo visite culturali, mare o musei di vario genere, ma una scoperta che riguarda l’anima di Catania e delle persone che la abitano. Abbiamo avuto l’occasione di partecipare a diversi servizi tra cui “casa Betania”, la casa famiglia che permette a mamme e figli bisognosi di trovare un rifugio sicuro per poter crescere; abbiamo assistito diverse famiglie durante i servizi domiciliari, vedendo e vivendo con loro una piccola parte della loro giornata e della loro vita; infine abbiamo fatto l’unità di strada aiutando chi una casa non ce l’aveva più o non ce l’aveva mai avuta. In particolar modo mi vorrei soffermare sul servizio domiciliare che ho effettuato presso L’RSA dove Salvatrice mi ha accolto: una signora dal cuore enorme, piena di affetto represso e imprigionato in una nube di paura che la spaventa dal mostrarsi per ciò che è. Porterò sempre nel cuore il modo in cui Salvatrice mi ha saputo leggere dentro, ha saputo guardarmi negli occhi e capire che insieme a lei, ci sono tante altre persone che, per motivi diversi, soffrono come lei, e che quindi non è la sola. Questa condivisione di paure e di tristezze diverse, ma uguali infondo, ha creato un legame che porterò con me, e spero lei porti con sé stessa.

Vorrei concludere dicendo che, come già ho più volte detto ai miei colleghi di servizio, dopo questo campo sono ancora più certa che la professione per cui ho studiato sarà la mia vita, il mio obiettivo più grande: diventare psicologa per STARE CON gli altri, e non per gli altri. Chiunque essi siano.

Ginevra

 

Durante una settimana di volontariato a Catania, ho avuto l’opportunità di aiutare i poveri e di vivere un’esperienza di grande arricchimento umano. Lavorando insieme ad altri volontari, ho scoperto il potere dell’unione e della collaborazione nel portare sollievo a chi ne ha bisogno. Questa esperienza mi ha cambiato profondamente, facendomi comprendere l’importanza di donarsi agli altri con cuore aperto e generoso, e ha trasformato il mio modo di vedere. Durante la settimana, ho avuto l’opportunità di operare in una casa famiglia, dove ho condiviso momenti di gioco e apprendimento con i bambini, regalando loro un po’ di serenità e spensieratezza. Al centro anziani, ho ascoltato storie di vita e ho offerto compagnia a persone che spesso si sentono sole, imparando dalle loro preziose lezioni di saggezza. Con l’unità di strada, ho distribuito generi di prima necessità ai senzatetto, vivendo in prima persona la dura realtà di chi non ha un tetto sopra la testa. Ogni giorno, incontrando persone in difficoltà, ho potuto ascoltare le loro storie e offrire un supporto concreto e umano. La gratitudine nei loro occhi e i sorrisi ritrovati mi hanno mostrato quanto anche un piccolo gesto possa fare la differenza. Questa esperienza ha rafforzato in me la convinzione che aiutare gli altri non solo migliora la vita di chi riceve, ma arricchisce profondamente anche chi dona. Tornato a casa, porto con me una nuova consapevolezza e un impegno rinnovato a essere un punto di riferimento.

Ludovica

 

Esperienze come queste aprono gli occhi sulla vita e sul mondo; cresciamo fin da bambini con idee distorte e questo probabilmente a causa di un grande stigma che coinvolge chi nella vita è stato meno fortunato di noi. La condizione in cui vivono le persone che abbiamo incontrato è caratterizzata, molto spesso, da povertà socio-economica e culturale ma la cosa che credo impatti di più nella loro condizione è il sentirsi emarginati dalla società, non visti, considerati spesso pericolosi e come se la loro vita non fosse importante. Questa credenza fa scaturire in loro pensieri di impotenza, vergogna e sfiducia verso il futuro. Uno dei bisogni primari dell’uomo è sentirsi visto e riconosciuto ed è proprio quello che ho cercato di fare nei giorni a Catania: parlare con loro, sentire le loro storie e raccontargli la mia, aiutarli a riconoscere ed esprimere le loro emozioni, farli sentire importanti, voluti e visti; fargli sentire che la loro sofferenza poteva essere condivisa e che nonostante il loro passato il loro futuro poteva essere diverso e migliore. Mi rimangono particolarmente nel cuore due persone dalle quali ho imparato tanto: da Suor Stella, con la sua dolcezza e ironia, mi porto la delicatezza con cui entra nella vita quotidiana delle persone, si adopera per loro, li ascolta e con gesti semplici migliora le loro giornate; Da Prince porto con me la sua forza e la sua sensibilità, hai un cuore buono, prenditi cura di te.

 Beatrice

 

Mettersi al servizio dell’altro è una delle motivazioni che mi ha spinto a partecipare al campo di servizio a Catania, insieme ai Missionari Vincenziani e alle Figlie della Carità. È stata un’esperienza significativa, soprattutto mi ha permesso di mettermi in discussione e di capire che solo aiutando gli altri in realtà possiamo aiutare noi stessi. Da ragazzo musulmano credo che valori come l’altruismo, disponibilità e il volontariato siano universali, perché ci permettono di scoprire la bellezza dell’altro. I giorni a Catania saranno indimenticabili perché mi hanno permesso di ricredere nuovamente nell’essere umano e nella bellezza della vita.

El Mehedi

 

L’esperienza di Catania è stata molto incisiva per la mia vita.

Inizialmente ero un po’ titubante per le diverse ore di servizio che ci attendevano. Dopo un intero anno pieno di impegni e anche di servizio, avevo bisogno di riposarmi.

Incredibilmente lo spirito di questa esperienza, non solo non mi ha permesso di sentire la stanchezza, ma in particolare mi ha dato un’energia e una vitalità nuova.

Il nostro gruppo si è conosciuto in maniera particolare grazie a questa esperienza e credo che rimarremo coesi ancora per molto tempo.

Ho potuto apprezzare la cordialità, l’intimità e la confidenzialità che da subito si è creata tra noi.

Ci sono stati momenti di discordia ma subito seguiti da altrettanti momenti di perdono riconciliazione amorevole, infatti credo che la cosa che ci ha colpito a tutti è stata l’opportunità di esserci sentiti liberi di mostrarci nella verità e di essere anche accolti nella verità.

Sempre nella verità abbiamo condiviso questa esperienza di servizio che ad ognuno di noi ha donato una nuova consapevolezza, ha toccato delle corde che normalmente non vengono toccate, donandoci una nuova melodia.

Infatti, ognuno di noi è partito con delle preoccupazioni, delle resistenze che da subito abbiamo svelato e nonostante ciò abbiamo deciso di metterci in gioco lo stesso.

Grazie a questo atto di fiducia e coraggio abbiamo scoperto la bellezza dei servizi svolti.

Io personalmente ho apprezzato tantissimo l’opportunità di vivere diverse realtà e di far Tesoro di ognuna di esse.

Stare in mezzo ai poveri, essere serviti da loro e a mia volta servire loro, mi ha dato uno strano effetto. Come se entrambi stessimo sullo stesso piano, ognuno con le proprie povertà ma ognuno con la stessa dignità.

Quanta bellezza far sapere a chi ha perso la speranza a chi si è arreso che può farcela ancora perché la sua povertà è condivisa anche da chi apparentemente ricco.

Credo che ognuno di noi ha delle povertà. Basta guardarsi dentro e ci si accorge dell’urgente bisogno di amore.

Come ha detto Padre Mario, ognuno di noi ha il bisogno di sentirsi riconosciuti ed è questo che ho visto alla Locanda, l’opportunità di essere riconosciuti ed essere riconoscenti.

Io sono riconoscente di questa esperienza perché mi ha permesso di vedere e accogliere le mie povertà e di avere uno sguardo nuovo sulle povertà degli altri, di gettare a terra ogni barriera, resistenza e spogliarmi di ogni presunzione di sapere come funzionano o di come dovrebbero andare le cose, accogliendo dentro e fuori di me la carenza della vita. Credo che solo così si può diventare ricchi davvero.
Jacobo