Segno:Impronte, notizie (fotografíe) di migranti, se è possibile della “Fuga in Egitto”
Canto: Lo Spirito di Dio è su di me.
Ispirazione Biblica: Lc 19, 1-10
Entrò nella città di Gerico e la stava attraversando,quand’ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto.» Parola del Signore.
Ascoltiamo San Vincenzo de Paoli:
E’ Dio che ci ha chiamati ed eletti fino dall’eternità per essere missionari, non avendoci fatti nascere, né cent’anni prima, né cent’anni dopo, ma precisamente nel tempo in cui istituì tale istituto; per conseguenza non cercare, né sperar riposo, contentezza e benedizioni fuori dalla Missione, perché ivi soltanto Dio ci vuole e ci desidera, supponendo, ben inteso, che la nostra vocazione sia buona e non fondata sull’interesse né sul proposito d’esonerarsi dai disagi della vita, né su qualunque altro motivo umano(X, 98)
Riflessione:
La situazione che vivono molti migranti in tutto il mondo è deplorevole, per diverse circostanze hanno dovuto lasciare le loro case e le famiglie, in cerca di nuove opportunità, costantemente ci ritorna in mente l’esodo di tanti popoli che attraversano faticosi percorsi, lottando contro l’inclemenza del tempo ed alcuni tristemente muoiono nel cammino.
La spiritualità vincenziana, si traduce in servizio e dono al fratello che soffre, San Vincenzo ci ricorda che amare Dio deve essere “con la fatica delle nostre braccia, e il sudore della nostra fronte”. Siamo chiamati come Zaccheo a “scendere dall’albero” ad uscire dalle nostre comodità per ricevere e tendere la mano a tanti dei nostri fratelli che soffrono a causa dell’immigrazione, ad dare accoglienza con gioia, con amore e fraternità, essi sono lo stesso Gesù che Zaccheo quel giorno accolse in casa sua. In essi possiamo vedere il volto di Dio, questa è una dimostrazione della spiritualità incarnata, capaci di lavorare con la fatica delle nostre braccia, sanando e mitigando la sofferenza di quelli che sono emarginati. Gesù disse a Zaccheo: “Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo”; non dimentichiamo che Dio è padre di tutta l’umanità, senza distinzione di frontiere, razza, lingua, perfino credo religioso, tutti siamo fratelli, disposti a ricevere, accompagnare e accogliere come fece San Vincenzo con tante persone che ricevettero dalle sue mani l’amore di Dio.
Domande:
- Vedo il volto di Gesù in ogni fratello migrante?
- Che sto facendo per aiutare quanti si trovano lontano da casa e cercano nuove opportunità di vita?
- Ho presente nelle mie preghiere tanti fratelli migranti che soffrono nel mondo?
PREGHIERA FINALE AL CUORE DI SAN VINCENZO DE’ PAOLI
O cuore di san Vincenzo, che hai tratto dal Sacro Cuore di Gesù la carità che tu hai riversato sopra tutte le miserie morali e fisiche del tuo tempo, ottienici di non lasciare passare mai una miseria accanto a noi senza soccorrerla.
Fa’ che la nostra carità sia rispettosa, delicata, comprensiva ed effettiva come la tua. Metti nei nostri cuori una fede viva che ci faccia scoprire Cristo sofferente nei nostri fratelli sfortunati.
Riempici di zelo ardente, luminoso e generoso, che non incontri nessuna difficoltà a servirli. Te lo chiediamo, o Cuore di Gesù, per l’intercessione di colui il cui cuore non batteva e né agiva se non per impulso del tuo. Amen.