Il messaggio sulla Provvidenza divina si colloca al centro della spiritualità di S. Vincenzo e ne qualifica il pensiero e l’agire. Se siamo soliti definirlo come il ‘il Santo della carità’ e dire che la definizione che dà di Dio è, secondo la Scrittura, ‘Carità – Amore’, dobbiamo dire anche che la definizione di ‘Dio – Provvidenza’ ben riassume il suo modo di intendere il nostro Dio e il rapporto con Lui, che rispetta sia la nostra libertà umana sia l’assoluta signoria divina. Si tratta pertanto di vivere sul serio la dimensione della fede come capacità di ‘lasciare fare’ a Dio, fidandosi di Lui e della sua volontà di agire sempre come un Padre tenero e misericordioso che vuole in ogni modo il bene dei suoi figli. Tra le varie conferenze alle Figlie della Carità e ai Missionari non ne troviamo una direttamente dedicata a questo tema, ma il messaggio ritorna con molta frequenza tra le righe, a cominciare già dalle prime parole alle Figlie della Carità, come leggiamo nella Conferenza 1: la Provvidenza si comportata con voi allo stesso modo di come ha agito con il popolo eletto, ma anche con la Chiesa nascente (SV IX, 1; SVit 9, 3). Il richiamo biblico serve a spiegare il ritardo nella consegna del regolamento. E’ sempre la Provvidenza che le ha riunite in quel momento perché possano onorare Dio in modo degno con l’impegno e la dedizione di tutta laloro vita. In questo modo S. Vincenzo cercava di controbattere posizioni discordanti, come quelle dei Giansenisti che tendevano a dare troppo spazio ad atteggiamenti venati di predestinazione. Per lui invece il nostro Dio è all’opera nella storia ed è qui che lo possiamo incontrare e possiamo sperimentare la sua azione misericordiosa. E’ questo il fondamento che sostiene l’impegno anche a favore del prossimo. Quindi niente fatalismo n passività.

Non anticipare mai la Provvidenza divina.

Tante volte il Santo ha ripetuto questo concetto, frutto del suo stesso modo di agire. E’ stata questa una sua particolare caratteristica: seguire la Provvidenza, perché le opere di Dio si compiono quando Lui vuole. Bisogna sempre fare discernimento per cogliere il momento della grazia. S. Vincenzo per questo rifletteva, meditava, osservava le vicende della vita, si consultava con persone sagge e di sua fiducia e solo dopo passava all’azione. Sembrava essere lento nel suo modo di procedere; ma una volta riconosciuta la volontà di Dio subito passava all’azione e nessuno più lo poteva fermare. Per questo potrà anche dire che le sue opere e tutte le fondazioni realizzate non sono state opera sua né dei suoi collaboratori, ma solo di Dio. Il richiamo alla Provvidenza ispira al Santo anche un grande sentimento di fiducia e di abbandono: è sentirsi sereni e tranquilli come un bimbo in braccio a sua madre o alla sua nutrice, come leggiamo nel Salmo 131: io invece resto quieto e sereno come un bimbo svezzato in braccio a sua madre; come un bimbo svezzato è in me l’anima mia. Chi si affida a Dio non ha nulla da temere. Già S. Teresa diceva: ‘solo Dio basta’. E’ la Provvidenza inoltre che assicura stabilità e continuità alle varie fondazioni. Il Dio che le ha fatte sorgere le assisterà nel loro cammino perché possano perseguire le finalità che ha loro affidate. A chi si abbandona ad essa non mancherà nulla! Aver fiducia nella Provvidenza vuol dire sperare che Dio si prenda cura di coloro che lo servono … Lasciamo fare a Dio. Egli saprà trarre la sua gloria e far riuscire tutto a nostro vantaggio, perché ci ama più teneramente di quanto un padre ama suo figlio (SV X, 503; SVit 9 ,873). Ritroviamo così tutto l’insegnamento di Gesù che in Mt 6,25-34 ci invita a riporre tutta la nostra fiducia e il nostro abbandono nell’amore provvidente e previdente di Dio Padre, che provvede ai gigli del campo e agli uccelli del cielo: a maggior ragione non trascura i suoi figli. E’ importante così sentirsi sempre sotto lo sguardo di Dio che non delude le nostre attese e alimenta la nostra speranza.

Vivere oggi sotto lo sguardo e la guida della divina Provvidenza.

La sollecitazione vale a livello personale e comunitario. In una cultura che privilegia l’agire e l’efficientismo, che punta tutto sulle capacità umane, è importante tenere sempre al centro della riflessione e della nostra azione che è Dio il protagonista, che non smette di operare e che agisce per il nostro bene. Anche per la comunità, che vive una fase non troppo esaltante per la crisi vocazionale e un invecchiamento diffuso, S. Vincenzo ci ricorda che è sempre Dio a condurla nella storia e che la porterà a buon fine. L’atteggiamento da salvaguardare è quello di fare sempre più spazio a Dio nella esistenza nostra e della comunità.