Il 21 luglio 2020 nella Curia generalizia, con la benedizione del card. Franc Rodé CM, sono stati inaugurati i nuovi archivi (storico ed intermedio, della Postulazione e dell’Economato generale) dopo un lavoro di completa ristrutturazione durato oltre un paio d’anni (se consideriamo che i primi approcci con le ditte per l’esecuzione dei lavori e i vari enti per avere le necessarie autorizzazioni risalgono al maggio 2018).
Tale ristrutturazione si era resa necessaria per la situazione a rischio in cui versava la documentazione che rappresenta un importante patrimonio della Congregazione della Missione e che occorreva mettere in sicurezza per la sua conservazione futura. L’intervento si è potuto realizzare grazie al generoso contributo economico di alcune Province che, sia pure senza nominarle, è doveroso ringraziare. In questo breve intervento desidero dare una informazione, sia pur sommaria, su tre punti:
- una breve storia degli archivi della Curia,
- il materiale conservato negli archivi
- la descrizione degli interventi fatti
Breve storia dei nostri archivi
Gli archivi della Congregazione della Missione conservati alla Curia generalizia sono una parte importante della storia della CM e del suo governo, Solo una parte, perché molta documentazione è conservata alla Maison-Mère di Parigi, dove il governo centrale operò dal 1820 al 1963. Successivamente si trasferì a Roma, prima al Leoniano (dal 1963 al 1976) e poi in via Bravetta (modificata successivamente in via dei Capasso), dove si trova ora.
Da quando gli archivi si sono trasferiti a Roma si sono succeduti 11 confratelli ai quali è stata affidato l’ufficio di archivista. I loro nomi sono:
- Angelo Coppo (1960-1973)
- Joseph Gazafy (1973-dic. 1983)
- Paul Henzmann (dic. 1983-1984, ad interim)
- Alberto Piras (1984-1990)
- Czeslaw Lechocki (1990-1993)
- Thomas Davitt (1993-1997)
- Rolando Delagoza Solleza (1997-2005)
- Varghese Thottamkara (2005-2006)
- Alfredo Becerra Vázquez (2006-2013)
- Agustinus Heru Priharsono (2013-2016)
- Martial Tatchim Fotso (2016-2017)
Da ormai tre anni (dall’ottobre 2017) il Consiglio generale ha deciso di affidare la cura degli archivi ad una persona laica, professionalmente qualificata in questo settore, sotto la supervisione del Segretario generale. Pertanto, la responsabilità della cura degli archivi è attualmente affidata alla dott.ssa Giulia D’Angelo che con competenza e professione svolge questo lavoro.
Contenuto e sue sezioni
Gli Archivi della Curia generalizia sono composti da quattro sezioni, che consistono in:
- un archivio intermedio del segretariato Generale (dove vengono conservati i documenti da 6 a 30 anni della loro produzione),
- un archivio storico del segretariato Generale (dove vengono versati i documenti a partire dal 30° anno della loro produzione,
- l’archivio della Postulazione e lo storico del Procuratore Generale
- l’archivio dell’Economato generale.
Alle 4 sezioni di archivio, suddivise in sei stanze, si affianca una settima stanza propriamente di “magazzino”, che contiene le copie di riserva della rivista Vincentiana ed altro materiale da conservare.
Gli archivi del segretariato (intermedio e storico) contengono tutta la documentazione prodotta e ricevuta dalla Curia generalizia. Tale documentazione si compone:
- della corrispondenza in arrivo dalle Province per il Superiore generale e viceversa dal Superiore generale alle Province;
- della documentazione relativa ai Consigli generali;
- delle carte preparatorie e gli atti delle Assemblee generali;
- delle carte relative ai rapporti tra la Congregazione e la Santa Sede e le Congregazioni della Curia Romana;
- delle carte relative ai rapporti con le Figlie della Carità (il cui Superiore generale è il medesimo della Congregazione della Missione) e, negli anni più recenti, con la Famiglia vincenziana;
- delle schede personali e biografiche dei singoli confratelli, che permettono di ripercorrere la loro storia individuale;
- infine, dei fascicoli personali dei confratelli defunti e usciti dalla Congregazione.
Descrizione degli interventi fatti
Gli interventi realizzati hanno prodotto una ristrutturazione radicale e sono di due tipi:
- di tipo strutturale a livello di spazi fisici
- e di intervento sul materiale documentario
Per quanto riguarda il primo tipo, cioè gli interventi di tipo strutturale, le novità più importanti riguardano:
- la razionalizzazione degli spazi;
- l’introduzione dell’impianto antiincendio,
- il rifacimento dell’impianto elettrico.
Anzitutto una ristrutturazione degli spazi adibiti agli archivi, per distribuirne meglio gli spazi e renderli più sani, eliminando l’umidità che produceva muffe al materiale archivistico, e riorganizzando la destinazione dei vari locali, in modo che rispondano meglio alle esigenze presenti e future dei diversi archivi.
Nella ricollocazione del materiale archivistico sugli scaffali, si è tenuto conto della normativa antincendio (ad es. su uno scaffale di un metro è possibile collocare un peso di ca 40-42 kg di carta).
Per quanto riguarda poi l’introduzione di un sistema antincendio, questo è totalmente nuovo, visto gli archivi ne erano privi. Le pareti sono state tutte rivestite di pannelli antincendio che permettono di resistere al fuoco e evitano il propagarsi delle fiamme in altri ambienti. Sono state montate porte tagliafuoco in ciascun ambiente e porte filtro, nel corridoio antistante. Come impianto di spegnimento abbiamo optato per un impianto ad aerosol: si tratta di un estinguente di nuova generazione a base di carbonato di potassio, che si trasforma in particelle gassose per combustione. L’impianto si articola in una serie di dispositivi di rilevamento che captano, per ogni singola stanza, la presenza di fumo, con centraline di allarme, segnali visivi e sonori (quali luci e sirene),
Quando tali dispositivi captano segnali di fumo, porte e finestre si chiudono automaticamente ed il condizionatore dell’aria si spegne. Dopo un arco di tempo sufficiente ad abbandonare il locale (60 secondi), avviene la scarica del gas estinguente. Avvenuta la scarica, l’estinzione delle fiamme è veloce, anche se non si dovrà accedere alla stanza per circa un’ora e mezza, il tempo necessario perché l’estinguente se depositi e l’aria ritorni ad essere respirabile. Successivamente si dovrà procedere alla pulizia delle superfici, contattando una ditta specializzata, che disponga di materiali adeguati allo scopo.
Infine, si è rifatta totalmente l’illuminazione, adeguandola alle esigenze del luogo e alle misure di sicurezza previste per legge.
È stato anche introdotta la rete wifi per permettere l’utilizzo della rete anche nel piano adibito agli archivi, che ne era priva, che permetterà così l’utilizzo di internet per le ricerche dell’archivista.
Per quanto riguarda gli interventi fatti sul materiale documentario, sostanzialmente sono quattro:
- Fornitura nuovi armadi compatti;
- Pulizia e sanificazione di tutti gli armadi compatti,
- Spolveratura del Patrimonio Archivistico;
- Disinfezione del Patrimonio Archivistico.
La fornitura di nuovi armadi compatti di ultima generazione ha permesso di raddoppiare la capienza dell’archivio. Si è passato da circa 800 ml a circa 1550 ml. Tutti gli armadi e gli arredi riutilizzati sono stati sanificati.
Il patrimonio archivistico prima di essere ricollocato a scaffale è stato spolverato e sottoposto a disinfezione.
Il servizio di spolveratura è stato effettuato utilizzando attrezzature specifiche e personale qualificato, in grado di valutare le diverse metodologie da adottare. Si è scelto di utilizzare una spolveratura manuale e semi automatica, a seconda dello stato di conservazione del materiale. Questi lavori di spolveratura e disinfezione sono stati necessari a ristabilire uno stato di conservazione ottimale per il patrimonio archivistico.
A noi ora la responsabilità di non vanificare il gran lavoro fatto e a valorizzare gli archivi come essi meritano.
Giuseppe Turati, CM
21/07/2020