Sono sempre stato colpito da questa grande devozione che la gente ha per la Madonna e potrei dire che, nei miei anni come sacerdote, ho sentito migliaia di persone dire che sono arrabbiate con Dio per qualche motivo, ma non ho mai sentito nessuno dire che sono arrabbiati con Maria.
Perché Maria genera tanto amore e devozione?
Prima di queste domande, molte persone mi hanno detto: è la madre di Gesù. Ma mi chiedo: è abbastanza? E lasciatemi condividere con voi la mia risposta personale: NO. E quando dico no, non intendo negare la sua maternità, ma non mi sembra che essere “la madre di”, per il semplice fatto di esserlo, sia un merito. Per tutto questo trasferisco questa stessa domanda alla mia vita… Cosa genera Maria in me? Chi è lei nella mia vita? E, spontaneamente, la mia risposta è… “la Signora” – “della FEDE”.
Non posso e non voglio pensare a Maria come a una specie di donna delle meraviglie. Penso a Maria come a quell’adolescente, con amici, famiglia e progetti personali che da un momento all’altro sperimenta nella sua vita che Dio ha qualcosa di diverso per lei e questo rompe tutti i suoi schemi, i suoi sogni e progetti e che solo grazie a quella fiducia nel suo Dio, ha potuto dire sì.
Penso a Maria come a quella madre adolescente che sapeva che portare avanti quella gravidanza non solo avrebbe potuto causare il rifiuto della sua famiglia o l’abbandono del suo fidanzato, ma avrebbe potuto persino portarla alla morte, e nonostante la paura nel suo cuore non ha optato per l’opzione facile, ma è andata avanti con quella vita, semplicemente perché aveva fiducia che era anche la vita di Dio.
Penso a Maria come la migrante, che per paura del potere politico ha dovuto lasciare la sua patria, i suoi affetti e iniziare una nuova vita con la sua famiglia e il suo Dio.
Penso a Maria come alla giovane madre, quella che doveva imparare quotidianamente a come esserlo, con le stesse preoccupazioni di tutti le altre e le stesse insicurezze, con l’obbligo di nutrire, curare, guarire, insegnare e anche correggere colui che era suo figlio e il suo Dio.
Penso a Maria come a quella donna che, nonostante i propri bisogni, ha saputo guardare i bisogni degli altri e intercedere con suo Figlio in modo tale da realizzare il primo miracolo, non credendo nelle proprie forze ma semplicemente credendo in suo Figlio.
Penso a Maria come a quella madre preoccupata per il futuro di suo Figlio, come quelle che sanno che la “ribellione” dei figli può portare loro dei problemi, ma anche in quella situazione, lei non smette di ascoltare il Signore e affronta tutto quello che sente con la preghiera e la Parola.
Penso a Maria come a quella madre che vede morire suo figlio e in quell’immagine carica di dolore è quasi impossibile non pensare al suo dolore, come si può continuare la vita senza un figlio e di nuovo la risposta è… perché lei crede.
E di fronte ad una comunità timorosa e in alcuni casi senza fede, è lei che rimane ferma nella preghiera perché quella prima esperienza da adolescente con lo Spirito di Dio non è rimasta nella memoria, ma è maturata in ogni momento della vita, in ogni gioia e difficoltà e dalla sua generosità è capace di pregare non solo perché lo Spirito Santo ritorni di nuovo nella sua vita, ma con il suo cuore di Madre, lo fa per tutti.
Maria è la DONNA… è la figlia, l’adolescente, la madre, la moglie, la timorosa, la gioiosa, quella che non capisce, quella che prega, che piange e ride, che vive… come ognuno di noi, ma è quella che amiamo e veneriamo soprattutto perché il suo segno più forte è la FEDE, perché questa credente ci aiuta e ci insegna che qualunque cosa accada nella nostra vita c’è un Dio che non ci abbandona, che ci abbraccia e che ci ama. Maria con la sua vita di fede ci dice che la vita con Dio, in tutte le sue forme, è possibile per noi, basta che crediamo.
Che il Dio di Maria vi benedica e ci aiuti a superare questo periodo insieme.
P. Hugo Marcelo Vera, CM