P. Andrej Tumpej C.M. (1886-1973) negli ultimi anni si definiva “il vecchio balcanico”. Ha vissuto quasi tutta la vita fuori dalla sua Slovenia (Istanbul, Macedonia, Belgrado, Kosovo), e questo titolo gli appartiene.
Il vescovo-lazzaro Gnidovec lo ottenne nel 1926 per la sua diocesi di Skopje-Prizren. Lavorò come parroco a Bitola, ma il vescovo gli disse che “la sua parrocchia era in tutta la Macedonia”.

Arrivò a Belgrado nell’agosto del 1929. Nella nuova parrocchia dei Santi Cirillo e Metodio, divenne il primo parroco e sviluppò un vivace ministero pastorale. Raduna attorno a sé i bambini del quartiere, indipendentemente dalla loro religione o nazionalità, e li forma in un coro.

Quando scoppiò la Seconda Guerra Mondiale, il parroco si dimostrò un uomo dal cuore grande, aiutando molte persone in difficoltà. È noto il suo aiuto agli ebrei, in particolare alla famiglia Kalef. Il padre di questa famiglia era ebreo e la madre slovena; avevano due figlie. Quando i nazisti perpetrarono il genocidio contro gli ebrei, la madre si rivolse a padre Tumpej per chiedere aiuto e protezione. Egli accettò immediatamente di prendersi cura delle bambine, Matilda e Rachel (10/11 anni). A loro furono dati nuovi nomi: Lidija e Breda.

Un giorno si seppe che padre Tumpej era stato arrestato. Poi si scoprì che aveva aiutato altri ebrei. Aveva rilasciato documenti falsi a due ragazze ebree, riconosciute alla stazione ferroviaria di Belgrado, prima di partire per la Germania. Furono arrestate e, sottoposte a pesanti percosse, dissero che era stato lui a dare loro i documenti falsi. Quando i tedeschi insistettero sul fatto che Tumpej aveva aiutato gli ebrei, egli rispose che avrebbe aiutato anche loro se si fossero trovati in una situazione simile. Sopravvisse a torture simili in custodia alla Gestapo, come gli ebrei che voleva aiutare, ma fu rilasciato comunque. Tutti i membri della famiglia Kalef furono uccisi.
Breda Kalef, nelle sue varie interviste, ha reso omaggio a padre Tumpej, sottolineando che la sua carriera artistica, che l’ha portata al titolo di primadonna dell’Opera di Belgrado, è iniziata nella Chiesa cattolica, dove cantava da ragazza.

Ha espresso la sua gratitudine quando ha avviato la procedura ed è riuscita a far proclamare padre Tumpej “Giusto tra le nazioni” (12.04.2001). Il nome del suo salvatore, tra i tanti, è inciso su una lapide nel Giardino dei Giusti (Yad Vashem) a Gerusalemme. Alcuni lo chiamano lo Schindler sloveno.
L’ex campionessa d’opera (Mezzosoprano/Alt) Breda Kalef è morta il 13 febbraio 2023 all’età di 93 anni a Belgrado. Nel corso della sua carriera ha interpretato 61 ruoli principali, 710 rappresentazioni a Belgrado e 242 in molti Paesi europei. Fino alla fine della sua vita, si è orgogliosamente identificata come ebrea pura, ma ha mantenuto un rapporto amichevole con i sacerdoti cattolici della parrocchia.