Papa Francesco ha ricevuto il premio giornalistico “È giornalismo” e ha tenuto un discorso in cui ha sottolineato l’importanza di una comunicazione costruttiva. Ha parlato dell’urgenza di promuovere una cultura dell’incontro, della pace e dell’apertura verso gli altri, contrapposta alla cultura dello scontro e della guerra. Ha inoltre evidenziato i pericoli della disinformazione e ha chiesto ai giornalisti di contribuire a una comunicazione più responsabile e veritiera. Il Papa ha anche parlato della sinodalità come un nuovo modo di vivere le relazioni all’interno della Chiesa, invitando tutti a camminare, interrogarsi e prendere decisioni insieme.

Leggendo il discorso del Papa emergono tutta una serie di urgenti domande:

  1. La cultura dell’incontro: Come la Congregazione della Missione può contribuire a promuovere una cultura dell’incontro e della pace attraverso la sua comunicazione?
  2. Combattere la disinformazione: Quali strategie potrebbe adottare l’ufficio della comunicazione della Congregazione della Missione per combattere la disinformazione, soprattutto in relazione al servizio ai poveri?
  3. Sinodalità e Comunità: In che modo la Congregazione della Missione può integrare il concetto di sinodalità nel suo approccio comunicativo, per creare un senso di comunità e inclusione?

Proviamo ad accennare qualche risposta!

L’Impegno della Congregazione della Missione nella Comunicazione al Servizio dei Poveri

La recente assegnazione del premio “È giornalismo” a Papa Francesco ha messo in luce l’importanza di una comunicazione costruttiva, basata sulla cultura dell’incontro, della pace e dell’apertura verso gli altri. Questi valori, profondamente radicati nell’insegnamento di San Vincenzo, trovano una risonanza particolare nell’opera della Congregazione della Missione, soprattutto attraverso il suo ufficio della comunicazione.

Una Cultura dell’Incontro

La Congregazione della Missione, fin dalle sue origini, ha sempre promosso una cultura dell’incontro. Essendo una Congregazione Internazionale e Interculturale ha sempre tenuto vivo il dibattito su questo valore.

Attraverso le sue missioni e le sue opere caritative, ha cercato di costruire ponti tra diverse comunità, culture e persone. L’ufficio della comunicazione ha il compito di amplificare questo messaggio, mostrando al mondo le storie di successo, le sfide e le opportunità che emergono dal lavoro quotidiano della Congregazione. In un’epoca in cui la polarizzazione e la divisione sembrano prevalere, è essenziale mostrare esempi concreti di come l’incontro possa portare a una comprensione e a una collaborazione profonde.

Combattere la Disinformazione

Papa Francesco ha sottolineato i pericoli della disinformazione, definendola come uno dei “peccati del giornalismo”. La Congregazione della Missione, attraverso il suo ufficio della comunicazione, ha la responsabilità di garantire che le informazioni diffuse siano accurate, veritiere e basate su fatti concreti. Questo è particolarmente importante quando si tratta di servire i poveri, poiché la disinformazione può portare a pregiudizi, stereotipi e misconoscimenti che possono ostacolare gli sforzi di aiuto e sostegno.

Sinodalità e Comunità

Il concetto di sinodalità, come descritto da Papa Francesco, offre una visione di una Chiesa in cui tutti camminano, si interrogano e decidono insieme. Questa visione di comunità e inclusione dovrebbe riflettersi anche nella comunicazione della Congregazione della Missione. L’ufficio della comunicazione può svolgere un ruolo cruciale nel promuovere questa visione, mostrando come la Congregazione lavora insieme, ascolta le voci dei poveri e prende decisioni basate sul bene comune.

 

Possiamo concludere sostenendo con forza e testimoniandolo direttamente che la comunicazione non è solo uno strumento per diffondere informazioni, ma anche un mezzo per costruire ponti, promuovere la comprensione e sostenere l’opera della Congregazione della Missione. In un mondo in cui la comunicazione può essere utilizzata per dividere, è essenziale che la Congregazione della Missione la utilizzi per unire, ispirare e servire.