Il 2 Novembre, la Chiesa cattolica celebra con profonda devozione la Commemoratio Omnium Fidelium Defunctorum, meglio conosciuta come la Commemorazione dei Defunti.

Questa tradizione, radicata nella storia della Chiesa, risale al secolo IX, quando l’abate benedettino sant’Odilone di Cluny stabilì questa data per ricordare tutti i fedeli defunti. La Chiesa, con amore materno, prega per i morti, come per i vivi, perché anch’essi sono vivi nel Signore. La speranza cristiana trova fondamento nella Bibbia, nella invincibile bontà e misericordia di Dio. “Io so che il mio redentore è vivo e che, ultimo, si ergerà sulla polvere!”, esclama Giobbe, sottolineando che la nostra speranza va oltre la morte.

Questa solennità, tra le più importanti per la Chiesa, ha radici antiche che affondano nella verità di fede del Credo Apostolico che recitiamo durante la Santa Messa. Il Credo ci ricorda la comunione dei santi, l’idea che i cristiani non siano entità singole, ma parte integrante del corpo mistico di Gesù Cristo risorto. In esso professiamo:

“Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la Comunione dei Santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.”

Questa fede ci assicura che la morte non è la fine, ma un passaggio, un’attesa d’amore e fede che culminerà nell’incontro definitivo con coloro che amiamo.

San Vincenzo de’ Paoli, con il suo amore incondizionato per i poveri, ci ricorda l’importanza di portare nel cuore i nomi dei poveri, specialmente quelli che muoiono nel dolore e nella solitudine. Questi sono i defunti che spesso vengono dimenticati, perché nessuno li porta nel cuore. In un mondo segnato dalla pandemia del COVID-19, dalle guerre in corso e dalla persecuzione di molti a causa della loro fede, il messaggio di San Vincenzo risuona con ancora maggiore urgenza. Ogni vita ha un valore inestimabile, e ogni morte è una perdita per l’umanità intera.

In questo contesto, la commemorazione dei defunti diventa un momento di riflessione profonda sulla fragilità della vita e sulla nostra responsabilità di amare e servire gli altri, specialmente i più vulnerabili. Come missionari vincenziani, siamo chiamati a essere portavoce di coloro che non hanno voce, a ricordare coloro che sono stati dimenticati e a portare speranza in mezzo alla disperazione.

Mentre ci uniamo in preghiera per i nostri cari defunti e per tutti coloro che sono morti a causa delle tragedie del nostro tempo, invitiamo i confratelli a condividere questa preghiera speciale
Certamente, ecco una preghiera che si integra con il contesto dell’articolo:

Preghiera Vincenziana per i Defunti

Signore della Misericordia e dell’Amore,
accogli nelle Tue braccia amorevoli coloro che ci hanno lasciato.

In particolare, pensiamo ai poveri e ai soli,
a coloro che sono morti nel dolore, dimenticati dal mondo.

Ricordiamo anche coloro che hanno perso la vita a causa del COVID-19,
delle guerre
e delle persecuzioni per la loro fede.

Ispirati da San Vincenzo de’ Paoli,
ti chiediamo di portare conforto alle loro anime
e di illuminare il loro cammino verso la Tua luce eterna.

Che possano trovare pace e serenità nel Tuo abbraccio divino e che noi,
ancora in questo mondo,
possiamo essere ispirati dal loro ricordo a servire con amore e dedizione.

Amen.