Nel giugno 2002, le vittime e i media hanno suscitato tanto scalpore a livello nazionale, che, nel loro Incontro annuale a Dallas, i Vescovi, hanno dovuto prendere una posizione. Fu approvato il Documento per la protezione dei minori e venne adottata la “tolleranza zero”.

Questa pastorale penitenziaria per i sacerdoti è iniziata nella Provincia Meridionale degli Stati Uniti nel 2003 e continua, dopo che ci siamo uniti come parte della Provincia Occidentale degli Stati Uniti. I sacerdoti che non hanno ricevuto un supporto per questo problema psicologico hanno procurato danni terribili a giovani innocenti.

Quando i sacerdoti vengono portati in tribunale, diventano oggetto delle notizie di prima pagina perché sono visti, da molti, come rappresentanti della Chiesa cattolica che devono essere puniti. Una volta che sono accusati e arrestati, molte persone all’interno della Chiesa e nella società, li allontanano con orrore. Un prete accusato è la persona più sola nella città. Un sacerdote incarcerato è la persona più solitaria in prigione. Ma è ancora un essere umano.

 

CHI MERITA MENO AMORE DEVE ESSERE AMATO DI PIU’

Sacerdoti accusati e arrestati

I Sacerdoti sono esseri umani e come tali meritano uguale protezione davanti alla legge come qualsiasi altro cittadino degli Stati Uniti. Il compenso che ricevono permette loro di avere buoni per il cibo, ma, “la sentenza che ricevono ” li qualifica come “celebrità”; il che significa che il Governo o lo Stato Federale impiegherà tutte le risorse disponibili e l’avvocato nominato dalla Corte sarà sopraffatto dalla pressione, per l’attenzione dei media e per la quantità sproporzionata di denaro che il Governo metterà a disposizione per il processo. Come può il sacerdote procurarsi una difesa adeguata che possa garantirgli di ottenere quello che si merita realmente, invece di ciò che la vendetta vuole procurargli?

La pastorale, la parte non finanziata dalla Provincia, cerca di aiutare i sacerdoti accusati a procurarsi avvocati adeguati e a raccogliere i finanziamenti necessari per assumere avvocati che siano esperti in questo settore e abituati alla pressione mediatica.

La pastorale, la parte finanziata dalla Provincia, mira a raggiungere i sacerdoti in carcere come viene spiegato nel resto di questo articolo

Sacerdoti in prigione

Una volta condannato e mandato in prigione, il sacerdote deve temere per la sua vita, deve guardarsi le spalle. Il caso di P. Geoghan, avvenuto a Boston nel  2003, è una dimostrazione di questo; infatti fu ucciso in prigione.

Un Avvocato dall’esterno aiuta il personale di prigione a stare all’erta e li sostiene nel loro impegno a fornire Custodia protettiva. La pastorale è stata in grado di fornire questo supporto per posta, con telefonate, con sostegno finanziario, procurando libri, abbonamenti e visite.

Dal 2003, ci sono stati in media 45 sacerdoti nelle Carceri Statali e Federali, nel corso degli ultimi 16 anni. Diciassette sacerdoti sono morti in prigione durante questi 16 anni e 60 sono stati rilasciati. Attualmente, due terzi sono in prigione per abusi sessuali sui minori e un terzo per appropriazione indebita di beni. Spesso un sacerdote in carcere non avrà nessuna visita o molto poche e distanziate.  Le Prigioni del Texas permettono una visita faccia a faccia solo ai membri della famiglia, tutti gli altri possono ottenere una visita attraverso il vetro antiproiettile o per telefono.Ad un sacerdote della pastorale, una volta accertato che egli è l’unico a visitare regolarmente alcuni sacerdoti privati della loro libertà, il carcere può permettere di avere visite di contatto e acquistare snack presso i distributori automatici per i suoi visitati. Il contatto umano esterno è un elemento importante nell’aiutare il sacerdote prigioniero a sentirsi amato, e essere riconosciuto come un essere umano che è amato da Dio Padre.

Come Henri Nouwen ha detto nel suo libro,” Il ritorno del figliol prodigo”, il figlio prodigo reale nella pittura di Rembrandt è il Padre, che è prodigo nella sua grande cura, amore e misericordia. I sacerdoti in prigione possono subire abusi dagli altri detenuti e punizioni dalle guardie, soffrono per la mancanza di cure mediche e per l’isolamento.

Lettere e visite regolari dall’esterno possono aiutare il personale di prigione ad essere consapevoli del fatto che non possono esimersi impunemente dal ruolo di protettori, perché vi sono persone all’esterno che li insulterebbero, definendoli: “SCHIFOSI”.

Le malattie che, a volte, mettono in pericolo la vita, possono essere affrontate solo all’interno del sistema quando qualcuno da fuori scrive e chiama il Direttore. Uno dei sacerdoti della pastorale carceraria è stato in grado di fornire questo supporto in molti casi.

I parenti e gli amici dei preti in prigione affrontano un viaggio doloroso per le difficoltà. Oltre alla distanza di ore, sono visti come una minaccia per la sicurezza del carcere, sono intimiditi dal filo spinato, dalle recinsioni di 20 piedi delle torri di avvistamento e devono andarsene, dopo ogni visita, lasciando qualcuno che amano in quell’ “inferno”. Non hanno nessuno con cui condividere il loro dolore perché hanno paura che gli altri li respingano con odio, piuttosto che condividere la loro sofferenza. Il servizio pastorale si impegna a dare sostegno alle famiglie e agli amici.

Al momento, solo i sacerdoti in carcere, nel raggio di 500 miglia, equivalente a un giorno di guida, possono essere visitati, quindi le visite sono limitate al Texas e alla Louisiana nelle prigioni statali e federali di quegli Stati. Le visite nel New Hampshire, New Mexico, Arizona, Florida ecc. sono semplicemente troppo costose (tariffa aereo, Motel, cibo) per appena due ore di visita.

Sacerdoti, che muoiono in carcere

“Morire in prigione da solo con la paura che trattino il mio corpo, dopo la morte, con la stessa mancanza di rispetto che mi hanno dimostrato in vita” era il timore di un sacerdote di 81 anni che morì in una prigione del New Mexico. Fortunatamente alcune suore in Albuquerque gli permisero la sepoltura nel loro Cimitero e il ministero fu in grado di sponsorizzare un servizio commemorativo per lui nonostante il suo essere considerato “lebbroso moderno” nella nostra società. Ha dato grande conforto alla sua famiglia (1.500 miglia di distanza) sapere che egli non è stato abbandonato dalla Chiesa nella morte come non lo era stato in vita. I fiori sono i protagonisti dei suoi acquerelli dipinti l’anno prima della sua morte in prigione.

​Aisacerdoti che vivono in prigione vengono fornite alcune cose di prima necessità come: carta igienica, biancheria intima usata, scarpe da lavoro pesanti, una saponetta, un rasoio in sicurezza, e, in Texas, pantaloni bianchi, una banda elastica e mutande bianche. In prigione, si possono acquistare solo poche cose per rendere vita più umana: un deodorante, un approvvigionamento di carta igienica per emergenze, crema da barba, dentifricio, spazzolino, filo interdentale, shampoo, tamponi di cotone, tagliaunghie, cottonfioc, penna, carta per scrivere, buste, francobolli di prima classe, carta per i documenti legali, oltre alcune medicine come chap stick, crema base per la  pelle, pomata per emorroidi ecc.

Dal momento che sonopersone umane, amano anche acquistare qualche snack per rendere la loro vita meno dura. Ci sono acquisti speciali come un piccolo ventilatore perché nelle prigioni del Texas non c’è aria condiziona e fa molto caldo, biancheria intima extra, una pentola, una macchina da scrivere con nastri, un paio di scarpe comode. I prezzi riflettono la loro condizione di clienti prigionieri. Il Texas non paga nessuna retribuzione oraria per i loro servizi in fabbrica, in fattoria o per i lavori di pulizie, perciò tutti gli aiuti devono provenire da fuori. “Troppo vecchio” o “troppo malato”, negli altri Stati o prigioni federali le condizioni sono le stesse. Normalmente, un buon materiale da leggere viene da fuori e deve provenire direttamente da una libreria o da un editore per motivi di sicurezza. In altre parole una persona ordinaria non può inviare un libro a un detenuto.La prigione si preoccupa che venga inserita della droga da “amici”. La Pastorale si propone di assicurare ai sacerdoti detenuti un sostegno finanziario sicuro per gli oggetti necessari. Attualmente viene fornito un abbonamento a “Magnificat”, una pubblicazione mensile che riporta la Messa del giorno, Lodi e Vespri e articoli di riflessione. La Pastorale  fornisce anche un abbonamento per il bi-mestrale Mad Magazine, che è una pubblicazione comica che porta  al sacerdote detenuto un po’ di umorismo ma aiuta anche a proteggerlo in prigione perché molti altri detenuti desiderano mettersi in lista d’attesa per leggere la rivista, perciò fanno amicizia con il detenuto sacerdote e lo  proteggono da altri detenuti che sarebbero contenti di malmenare un prete in prigione che, essi presumono, sia in carcere per abusi sessuali su un bambino.

Cartoline artistiche di un prete che recentemente è morto in prigione e che ho visitato ogni 2 mesi per più di dodici anni.

Sacerdoti che escono dal carcere

Per un sacerdote essere in carcere è un’esperienza abbastanza terrificante ma anche uscirne può essere terrificante a causa della necessità di trovare un lavoro, un posto dove vivere e costruirsi una nuova vita, quando la vita è stata vissuta nella sicurezza del seminario, nel sacerdozio e poi in prigione. La pastorale carceraria si propone di aiutare i sacerdoti a fare questo passaggio per sopravvivere come laici, ogni persona ha bisogno di essere un po’ diversa.

Un Sacerdote ancora nel Ministero attivo

Essere sacerdote non è proteggere l’uomo da avere gli stessi problemi con dipendenze di altri e, a volte, è anche più difficile parlarne perché i sacerdoti si presume non debbano essere come il resto dell’umanità. Il Ministero intende raggiungere i sacerdoti dipendenti da droghe, alcool, sesso, internet e pornografia. L’aiuto in queste aree comporta terapia, programmi di 12 tappe, persone di supporto, ritiri spirituali mirati a sostenere la ripresa, assicurando la  riservatezza.

Sacerdote non più nel ministero attivo

I Sacerdoti che non sono più nel ministero attivo sono ancora sacramentalmente sacerdoti e possono essere una grande risorsa per il supporto reciproco per i sacerdoti in recupero nel ministero attivo. La laicizzazione non toglie l’ordinazione. Il documento, chiamato: Rescritto di dispensa dall’ Ordine sacerdotale è anche intitolato “Dispensa dagli obblighi del sacerdozio.

Comprensione del rescritto

Sezione “5, b” del rescritto fa riferimento ai canoni 976 e 986, § 2. Questi canoni concedono la facoltà di dare l’assoluzione sacramentale in pericolo di morte. Il testo dichiara:

Can. 976 – Anche se un sacerdote non ha la facoltà di ascoltare le confessioni, Egli assolve validamente e lecitamente i penitenti in pericolo di morte da qualsiasi censura e peccati, anche se un sacerdote approvato è presente.

Can. 986, § 2 –In una urgente necessità, ogni confessore è tenuto ad ascoltare le confessioni del cristiano fedele e in pericolo di morte, qualsiasi sacerdote è quindi obbligato.

Il Canone 976 è abbastanza chiaro e non ha bisogno di alcun commento. È la seconda clausola del canone 986, § 2 che è applicata in questa situazione. In sostanza, si afferma che c’è una responsabilità di utilizzare il potere di assolvere al fine di aiutare qualcuno in pericolo di morte, anche se ciò comportasse il rivelare il proprio status agli altri che non ne erano in precedenza consapevoli, la necessità del penitente in pericolo di morte sarebbe prioritaria.

Nell’interpretare le altre condizioni del rescritto, entrano in gioco le disposizioni del canone 18. Poiché queste condizioni “limitano il libero esercizio” dei diritti battesimali, sono soggette ad un’interpretazione “rigorosa” (cioè stretta). Ciò significa che sono vietate solo le questioni che rientrano chiaramente nell’ambito di applicazione delle condizioni. Se qualche funzione non è chiaramente vietata, allora è ammissibile.

Quindi, se una persona è in pericolo di morte a causa di malattia o di un incidente e vuole confessarsi e ci sono due sacerdoti disponibili, uno attivo e uno non attivo (laicizzato), il penitente può scegliere la persona ordinata inattiva per la sua confessione e assoluzione. Tutto ciò significa che la parola laicizzazione è un termine improprio.

Lavoro in rete

Lavorare in rete con altre persone e organizzazioni è importante per realizzare l’obiettivo di raggiungere i sacerdoti emarginati. Una parte del lavoro in rete ha lo scopo di aiutare i sacerdoti a raggiungere altri sacerdoti, aiutando le famiglie e gli amici che visitano  i sacerdoti in prigione a sostenere gli altri che stanno facendo la stessa cosa, condividendo risorse e informazioni con pochi altri gruppi che stanno cercando di aiutare i sacerdoti in difficoltà. In modo più indiretto, il lavoro in rete coinvolge anche la formazione fornendo informazioni agli altri circa la situazione dei sacerdoti emarginati, sui preti in recupero, circa i sacerdoti che sono nel limbodi nessuna assegnazione a causa di un’accusa senza una soluzione e su molti altri aspetti correlati a questa situazione dolorosa nella Chiesa di oggi.

Scritto da Paul Sauerbier CM
Provincia West degli Stati Uniti