Una protesta sociale senza precedenti, si è verificata, negli ultimi giorni, in Cile come è stato riportato dai media.

L’aumento delle tariffe dei biglietti della metropolitana di Santiago e la volontà di non accettare ulteriori abusi è stato l’innesco finale  per questo movimento di indignazione. Erano studenti delle Scuole Superiori, studenti  dell’Istituto Nazionale -principalmente  studenti delle Scuole Superiori della Capitale, coloro che hanno chiesto una massiccia evasione del pagamento  dei biglietti  della Metro. Ma ben presto si sono uniti a questi -piccoli  squalificati dalle autorità- studenti universitari, lavoratori, proprietari di case, professionisti e cittadini in generale.

La presenza della polizia  cercando di prevenire  questa evasione , ha provocato una  reazione più forte dei manifestanti, alcuni dei quali hanno  cominciato a distruggere parte delle strutture della metropolitana.

Poi la gente ha cominciato a scendere in massa per le strade, manifestando non solo per l’aumento dei prezzi dei biglietti della Metro , ma anche per denunciare tutti gli abusi di cui  si sentono vittime ; salari bassi, pensioni miserabili ,maltrattamenti, disuguaglianze, mancanza di accesso  all’assistenza sanitaria e all’istruzione. Si protestava anche per l’intesa delle imprese ad alzare i prezzi dei prodotti essenziali, per l’impunità, per l’appropriazione indebita da parte di privati dei beni assolutamente necessari come l’acqua; per l’ostinazione del governo a fare sempre leggi in favore dei più ricchi e a danno dei più vulnerabili….

La gente, nella maggior parte, era scesa sulle strade per manifestare pacificamente , però come succede sempre , ci sono stati alcuni che hanno profittato dell’occasione  per distruggere ciò che incontravano lungo il cammino. Questo è stata una scusa perfetta per il governo  , intenzionalmente inconsapevole delle ragioni  vere e profonde della protesta, per parlare solo  di violenza , di distruzione  e di delinquenti violenti, che vogliono solo distruggere e provocare  danni .

Ma gradualmente l’autorità ha cominciato ad essere eccessiva e la città di Santiago si è trasformata in  un vero campo di battaglia. La notte di Venerdì 19 ottobre, è stata una notte di terrore in molti settori della capitale. L’autorità ha reagito, allora, decretando lo  stato di emergenza costituzionale e  mandando  i militari nelle strade  per ristabilire l’ordine.

Il giorno seguente, quando molti di noi pensavano che il peggio fosse passato e che le minacce dell’autorità e la presenza dei militari per le strade, avrebbero fatto retrocedere i manifestanti, le cose sono andate in modo diverso. Molto presto la gente è tornata in strada e si aggiungevano sempre più persone. E’ stato un secondo giorno di proteste di massa, pacifiche all’inizio, ma accompagnate, in seguito, dall’azione violenta di alcuni.

Nonostante la presenza dei militari e il potere loro concesso, ancora una volta c’è stata la distruzione di proprietà  pubbliche e private, tra cui l’incendio di stazioni della Metropolitana,  di autobus, di  edifici; il saccheggio di supermercati e di altri negozi.

Di fronte alla situazione insostenibile, il Governo ha cominciato a cedere e ha annunciato la sospensione della salita dei prezzi per la  Metropolitana. Il Presidente della Repubblica ha cominciato a  usare  un linguaggio più moderato e conciliante. Tuttavia, un po’più tardi, il capo delle forze militari ha decretato il coprifuoco per quella notte e, dato che in altre città del paese stavano cominciando a ripetersi le manifestazioni della capitale, ha decretato anche lo stato di emergenza, prima nelle città più grandi e gradualmente in altre città.

Queste misure di forza hanno inasprito ulteriormente  la popolazione e la seconda notte è stata  ancora peggiore della  prima. In molti settori di Santiago, la gente ha continuato a manifestare durante la notte. E sorprendentemente, ci sono stati  saccheggi, distruzione e incendi, in orari in cui  si supponeva che  tutto doveva essere sotto controllo, grazie al divieto di uscire e alla presenza militare, a Santiago e nelle principali città del paese.

La Domenica, 21,nessuno si è riposato. Bisognava  rifornirsi di cibo, carburante e altri elementi, ma i supermercati e la maggior parte delle stazioni di servizio, stavano chiusi. Bisognava andare in vari luoghi  per trovare un po’ di  pane o combustibile  per  i veicoli. E nel pomeriggio, di nuovo  la gente si è riversata per le  strade. In alcuni luoghi un gran numero di persone ha manifestato in modo pacifico e ordinato e in altri, alcuni violenti hanno continuato a distruggere tutto.

A mezzogiorno, il Presidente si è riunito con i rappresentanti del Potere legislativo e del Potere giudiziario. Parole conciliatrici e impegno per risolvere i problemi sono stati il contenuto delle dichiarazioni alla stampa, alla fine della riunione. Malgrado ciò nel pomeriggio, nuove aree sono state dichiarate in uno stato di emergenza e sono state decretate nuove misure di forza: a Santiago ci sarebbe stato il coprifuoco, dalle 19:00 e in altre città, dalle 20,00. Giunta l’ora stabilita, però la gente si è riunita in massa in vari luoghi di Santiago e del resto del paese, rimanendo  impassibili per le strade, sfidando le  misure repressive del governo e della forza militare.

Durante la notte, il Presidente ha usato di nuovo un  linguaggio duro, parlando di crimini e di vandalismo, che certamente ci sono stati, ma che non son attribuibili alla  maggioranza della popolazione; per quanto la distruzione possa essere abbondante, al punto che quando guardiamo le nostre città sembra che stiamo subendo le conseguenze di un altro terremoto, come quelli che così spesso colpiscono questo paese.

In questo Lunedì si dovrebbe  tornare al lavoro, il  che sarà molto difficile, fino a quando la  Metro funzionerà in piccoli tratti  e i beni  saranno insufficienti, nelle  città in cui, in generale, i lavoratori devono uscire molto presto dalle loro case e percorrere grandi distanze per raggiungere i luoghi del loro lavoro.

Se non ci sono soluzioni concrete alle giuste richieste delle persone, sicuramente questa situazione continuerà, con il pericolo che la violenza non consisterà più solo nella distruzione delle cose materiali, ma crescerà il numero dei morti, che finora si sommano a otto.

Sono passati 20 giorni dall’inizio di questa rivolta e anche se il governo ha aggiunto ,all’abolizione dell’aumento dei prezzi  della metropolitana ,la promessa di una serie di misure sociali, come l’aumento del salario minimo e delle pensioni più basse e altro, la  cittadinanza ritiene che queste promesse, oltre ad essere tardive, non sono sufficienti e il suo annuncio, lungi dal calmare le proteste, le ha esasperate.

D’altra parte, lo stato di emergenza costituzionale ha provocato  eccessi da parte della polizia e dei militari, che hanno violato i diritti umani, con detenzioni arbitrarie, torture, violenza sessuale, causando la morte di manifestanti e centinaia di casi che sono stati denunciati dall’Istituto Nazionale dei Diritti Umani e hanno allertato  le Agenzie Internazionali, perciò attualmente vi sono nel Paese  varie Delegazioni di Agenzie Internazionali specializzate  in materia.

Il governo ha dovuto cedere di nuovo, stabilendo lo stato di emergenza costituzionale e apportando un cambio parziale del Gabinetto dei Ministri. Tuttavia, tutte le misure sono accolte con scetticismo dalla popolazione  perché sono chiaramente insufficienti. La sensazione è che il Governo cerca solo di stancare le persone e non fare cambiamenti profondi.

Ogni giorno ci sono manifestazioni, marce, proteste pacifiche e altro. Ma la più grande dimostrazione di malcontento dei cittadini è stata la marcia  di venerdì 25 ottobre, che ha raccolto circa un milione e trecentomila persone nella capitale, ed è stata ripetuta in quasi ogni città del paese, quindi si pensa che il totale dei manifestanti, in tutta la nazione,sia stato di  tre milioni di persone.

A poco a poco è cresciuta la convinzione che la soluzione profonda è il cambiamento della Costituzione, dato che  l’attuale è stata redatta e approvata durante la dittatura, senza partecipazione dei cittadini e approvata in un referendum chiaramente fraudolento, tenuto senza registrazioni degli elettori e senza la garanzia minima per votare liberamente. Questa Costituzione contiene, di per sé, regole che impediscono la loro sostituzione o modifiche in cose essenziali, essendo anche il quadro giuridico consenziente a garantire l’intera portata degli abusi che oggi sono denunciati..

Non è chiaro in che modo tutta questa situazione possa risolversi. Ci sono alcuni che chiedono le dimissioni del Presidente della Repubblica, perché – anche se egli si giustifica affermando che le rivendicazioni  richieste si riferiscono a un sistema ingiusto in vigore da 30 anni- si dovrebbe essere veramente ciechi per non rendersi conto che  l’attuale governo ha radicalizzato questo sistema abusivo e disumano.

Oggi, nonostante siano stati revocati gli stati di emergenza , le manifestazioni quotidiane di malcontento – per lo più pacifiche – sono violentemente represse dalla polizia che  continua a violare seriamente i diritti umani.

Carlos De la Rivera C:M
Provincia del  Cile

Tradotto da Suor Elisa Profico fdc